 (ASI-UNWEB) Perugia - L’aeroporto di Perugia ha raggiunto numeri significativi, con oltre mezzo milione di transiti. È una delle poche infrastrutture che rispondono alle esigenze di mobilità del territorio. Qual è la vostra richiesta alla Regione e quali sono le prospettive per il 2026?
(ASI-UNWEB) Perugia - L’aeroporto di Perugia ha raggiunto numeri significativi, con oltre mezzo milione di transiti. È una delle poche infrastrutture che rispondono alle esigenze di mobilità del territorio. Qual è la vostra richiesta alla Regione e quali sono le prospettive per il 2026?
Lo scalo ha raggiunto 580.000 transiti ed è fondamentale per la mobilità degli umbri e dei territori limitrofi. Chiediamo di essere coinvolti nelle scelte future, soprattutto dopo aver saputo che un grande vettore ha proposto di aumentare i voli. Per il 2025 non ci sarà risposta positiva, ma per il 2026 ci sono aperture. Vogliamo partecipare attivamente, perché lo sviluppo dell’aeroporto significa garanzie occupazionali e crescita per il territorio.
Ryanair ha presentato un’offerta importante, ma ha anche avvertito che dove i costi sono elevati, le rotte verranno ridotte. I dati parlano di 590 mila pernottamenti in più. Quali rischi corre l’Umbria se non si coglie questa opportunità?
Si sta rivedendo il piano nazionale degli aeroporti. Scelte sbagliate ora potrebbero portare al declassamento dello scalo. Non vogliamo che l’aeroporto diventi terreno di scontro politico. Vogliamo conoscere i dati, contribuire e proporre soluzioni. L’aeroporto non è solo per pendolari, ma anche per turisti. Serve una visione di crescita e una gestione lungimirante.
Sviluppumbria è il socio di maggioranza della società che gestisce lo scalo. Qual è il vostro appello alla politica e alle istituzioni regionali?
Non si può valutare l’aeroporto solo per costi e ricavi diretti. Bisogna considerare le ricadute turistiche e territoriali. Chiediamo di conoscere i dati raccolti da Sviluppumbria per capire chi usa davvero l’aeroporto. Secondo noi, non è frequentato solo da pendolari, ma anche da turisti. Vogliamo essere coinvolti e proporre soluzioni concrete.
Se Ryanair — con studi di settore precisi — propone di aumentare le rotte, è perché vede potenziale. Qual è il messaggio finale che volete lanciare alla Regione?
Altri aeroporti che hanno accolto proposte simili hanno visto crescite importanti. Serve una visione a lungo termine: anche se inizialmente ci sono costi, i benefici economici e occupazionali arrivano. L’aeroporto deve essere una risorsa strategica, non un campo di battaglia politico.



