firma protocollo con regione lazio 1(ASI) Terni – "Con la firma di questi due protocolli d'intesa tra le Regioni Umbria e Lazio vogliamo perseguire innanzitutto l'obiettivo di realizzare un 'federalismo solidale' che promuova una maggiore integrazione tra territori al fine di migliorare i servizi per i cittadini, ed al tempo stesso produrre significative economie di spesa". E' quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, a margine della firma a Terni dei due protocolli d'intesa sulla mobilità sanitaria e la promozione turistica, sottoscritti con il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.


La presidente Marni ha sottolineato come sia in campo sanitario che turistico "è possibile realizzare con i vicini territori del Lazio importati sinergie e integrazioni, a vantaggio prima di tutto della qualità dei servizi per i cittadini".
"Questi due accordi – ha proseguito Marini – rivestono un significato che va al di là della pur importante cooperazione istituzionale tra Regioni. Essi, infatti, offrono l'occasione per riflettere sulla necessità che le riforme, soprattutto del sistema delle Regioni, possono e devono partire dal basso, favorendo e privilegiano l'integrazione tra territori limitrofi, nel rispetto delle loro naturali e storiche connessioni. Che qui a Terni sono con le province laziali di Rieti e Viterbo, mentre per altre aree dell'Umbria sono con la Toscana a nord e con le Marche sul versante appenninico".
Riferendosi poi all'attuale dibattito relativo al tema dell'accorpamento delle Regioni, la presidente Marini ha detto che "l'Umbria non ci sta a finire in una sorta di tentativo di spezzettamento che ne mortifichi la sua identità. Vogliamo, al contrario, essere protagonisti di questo dibattito, portando un nostro positivo contributo. E non ci piace – ha ribadito Marini - che qualcuno, nelle chiuse stanze, ridisegni la nuova carta geografica delle Regioni italiane".
Di "esempio italiano" di come si possono riformare le Regioni ed il loro ruolo, ha parlato invece il presidente Zingaretti, riferendosi ai due protocolli d'intesa sottoscritti tra Umbria e Lazio: "questo – ha affermato - è un inizio concreto di una sperimentazione della collaborazione interregionale che ha anche come obiettivo il superamento dei limiti che ha oggi il regionalismo italiano. Persone, merci, imprese, tutto in questo tempo si muove a prescindere dai confini regionali, mentre le istituzioni regionali restano ingabbiate in una rigido schema amministrativo".
"Con questi atti – ha aggiunto Zingaretti - vogliamo anche dimostrare come, sia per ciò che riguarda la sanità che il turismo, è possibile spendere meno ed al tempo stesso migliorare i servizi offerti ai cittadini".

firma protocollo con regione lazio 1

Promozione turistica, regioni Umbria e Lazio firmano protocollo intesa: la scheda
Le Regioni Umbria e Lazio inaugurano un percorso di più stretta e continuativa collaborazione, forti dei diversi contatti e iniziative attuate nel tempo dalle rispettive strutture in campo turistico-promozionale e di diffusione delle proprie valenze culturali in campo internazionale. Il protocollo d'intesa firmato oggi dai Presidenti delle due Regioni, di durata triennale, ha l'obiettivo di "individuare una serie di interventi di promozione turistica, attraverso una progettazione condivisa, finalizzata a sviluppare e coordinare azioni, volte ad incrementare i flussi turistici, in termini di 'incoming' e di destagionalizzazione, nei rispettivi territori".
Le proposte, che ci si propone di avviare quanto prima, già a partire dall'Expo 2015, saranno formulate da un Tavolo tecnico permanente costituito da referenti designati da ciascuna Regione e riguarderanno gli ambiti di comune interesse per lo sviluppo dell'offerta e dell'attrattività turistica.
Nel protocollo si prevede la "costruzione di un'immagine integrata ed attrattiva dei territori connotata da un'offerta turistica di alta qualità" e lo sviluppo di "azioni comuni promozionali verso i mercati turistici europei e del Sud America, con particolare attenzione ai percorsi religiosi, coinvolgendo opportunamente tutte le realtà territoriali di riferimento, in particolare l'organizzazione, valorizzazione e promozione di itinerari interregionali di particolare valore storico, artistico, ambientale, spirituale, quali la 'Via di Francesco', la 'Via Lauretana' e la 'Via Benedicti'". È previsto, inoltre, il "potenziamento dell'attrattività dell'offerta archeologica, con la promozione degli itinerari etruschi", già definiti in accordi tra le Regioni Umbria, Lazio e Toscana, e dell'offerta culturale "degli itinerari riconosciuti dal Consiglio d'Europa che attraversano i territori dell'Umbria e del Lazio, nonché l'individuazione di ulteriori itinerari nella logica del turismo sostenibile ed esperienziale".
Saranno attuate "azioni mirate verso i Paesi a medio e lungo raggio e verso i Paesi 'Brics', con particolare riferimento al mercato cinese e russo, per lo sviluppo del turismo multi-esperienzale e differenziato nonché dei prodotti turistici più pertinenti per questi mercati".

Sono previste iniziative mirate ai diversi target turistici, da quello sociale e per tutti (rivolto alle famiglie, ai giovani, agli anziani) a quello di settore legato agli eventi e manifestazioni, ed ai diversi prodotti turistici: natura e paesaggio, cultura, città, salute e benessere, sport, escursionismo, tempo libero, shopping, wedding, enogastronomia, congressuale "al fine di arricchirne l'offerta territoriale e di incrementare la destagionalizzazione".
Nell'organizzazione e partecipazione a fiere, eventi e forum locali nazionali ed internazionali sul turismo, saranno coinvolti istituzioni, operatori del settore, associazioni dei consumatori collegati al settore turistico; è prevista anche una promozione dei territori attraverso azioni di formazione, consulenza, sensibilizzazione, comunicazione in materia di identità/tipicità e dell'accoglienza rivolta alle istituzioni locali, agli operatori turistici ed agli abitanti.
Verranno sviluppate le migliori sinergie per l'"incoming", mettendo in rapporto gli operatori umbri con i maggiori "tour operator" presenti a Roma.
Particolare attenzione anche all'offerta turistica nei borghi attraversati dalla Via Amerina e dalla Via Flaminia e al potenziamento dell'attrattività turistica del Fiume Tevere.

Accordo Umbria Lazio su mobilità sanitaria; la scheda
Individuare le reti di servizi da riorganizzare in modo integrato in ambito sovraregionale; garantire la regolazione e la facilitazione di accesso alle prestazioni dei pazienti dell'altra Regione attraverso adeguati sistemi di informazione e la semplificazione delle procedure amministrative; definire criteri di appropriatezza comuni per l'accesso alle prestazioni sanitarie nei diversi regimi assistenziali; prevedere la mobilità di equipe di professionisti di una regione nelle strutture dell'altra; rivalutare la rete dell'emergenza nelle zone di confine al fine di far afferire le urgenze/emergenze alla struttura ospedaliera più accessibile; prevedere attività di training all'interno di specifici progetti volti, in particolare, a favorire l'integrazione fra professionisti dell'area territoriale e specialistica delle due regioni; stabilire tetti massimi di finanziamento per i volumi di prestazioni erogate; eliminare progressivamente le eventuali differenze tariffarie, prevedendo aggiornamenti puntuali;condividere programmi di monitoraggio e controllo dell'attività effettuata e di valutazioni dell'appropriatezza delle tipologie e delle prestazioni erogate e prevedere eventuali misure di penalizzazione degli effetti distorsivi (superamento tetti, ricoveri inappropriati, ricoveri ripetuti o troppo brevi): sono questi gli obiettivi specifici a cui dovranno uniformarsi i Piani di attività delle Regioni Umbria e Lazio in base all'Accordo quadro triennale 2015-2017 per la gestione della mobilità sanitaria fra le due Regioni sottoscritto oggi.
Gli ambiti di lavoro individuati nel documento riguardano l'analisi dei fenomeni di mobilità sanitaria, la mobilità ospedaliera e specialistica ambulatoriale e le problematiche specifiche delle aree di confine. In particolare nell'Accordo si sottolinea che la mobilità sanitaria per essere governata debba essere ben conosciuta e quindi dovranno essere preliminarmente approfondite le problematiche specifiche degli scambi tra le due Regioni, individuando le diverse tipologie di domanda a cui il fenomeno risponde e l'eventuale livello di inappropriatezza. Relativamente alla mobilità ospedaliera e specialistica ambulatoriale si conviene che ricoveri e prestazioni specialistiche costituiscono le aree a cui vanno rivolti prioritariamente gli interventi di governo dei flussi di mobilità per migliorare l'appropriatezza clinica e organizzativa, favorendo il trasferimento delle attività dal regime di ricovero a quello ambulatoriale, adottando criteri di accesso alle prestazioni omogenei fra le due Regioni.

Infine, per quanto riguarda le problematiche specifiche delle aree di confine vengono indicate nell'atto come il tema di maggior interesse, in quanto costituiscono l'ambito per sperimentare concretamente l'idea di un federalismo solidale. A tal fine verrà approfondita la possibilità di definire accordi relativi a tali aree, per garantire la miglior qualità e continuità assistenziale in un sistema funzionalmente integrato di servizi che sappia valorizzare le opportunità presenti in un'ottica di ottimizzazione complessiva delle risorse impegnate.
Le due Regioni potranno inoltre individuare ulteriori specifici settori assistenziali di comune interesse per i quali verranno sviluppati programmi su scala regionale o in ambito territoriale.
Per dare attuazione all'Accordo verrà definito uno specifico Piano di attività, il cui tetto di riferimento è il dato 2013, con possibilità di rivalutazione per gli anni successivi al primo.
Per la definizione dei Piani di attività il documento affida alle rispettive Direzioni Regionali la valutazione e proposta di accordi finalizzati a garantire la miglior qualità e continuità assistenziale in un sistema funzionalmente integrato di servizi che sappia valorizzare le opportunità presenti in una ottica di ottimizzazione complessiva delle risorse impegnate.
Le parti si impegnano inoltre ad effettuare il monitoraggio dell'attività e, qualora, in particolari aree, emergano eventuali scostamenti rispetto all'andamento atteso, ad intervenire al fine di eliminare le criticità.
Con il presente accordo in merito alla gestione della mobilità, le due Regioni intendono definire le regole e le modalità per la gestione delle attività che caratterizzeranno, nel periodo di vigenza, i rapporti tra loro. Relativamente alla qualificazione dell'offerta, il rapporto strutturato tra le Regioni comporta – si legge nel documento - l'assunzione di responsabilità dirette sulla effettiva qualità delle cure, in termini sia di qualità dei servizi offerti sia di qualità percepita dall'utenza.


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