Joseph Flagiello Amm.Suap Stefania Proietti pres.Regione Umbria Daniela Donetti direttrice sanità regione Umbria(UNWEB) - Perugia  - Si è svolto oggi, 9 settembre presso la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, l'evento dal titolo "Il Punto Unico di Accesso: porta di ingresso all'integrazione sociosanitaria" durante il quale stato presentato il modello organizzativo regionale del Punto Unico di Accesso (PUA) per la presa in carico della persona con i suoi bisogni complessi e ponte per l'accesso dei cittadini ai servizi sanitari e sociali dell'Umbria.

Alla giornata, che rappresenta la seconda tappa del percorso avviato con la presentazione del Piano Sociosanitario territoriale, il 14 luglio scorso, sono intervenuti la Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, l'Amministratore Unico Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, Joseph Flagiello, la Direttrice regionale salute e welfare, Daniela Donetti. Hanno partecipato oltre 220 persone, tra cui: i Direttori delle aziende sanitarie regionali, i professionisti del sistema sanitario e sociosanitario, delle zone sociali, i rappresentanti degli ordini professionali, del terzo settore e delle parti sociali.

"Il Punto Unico di Accesso, già attuato in alcuni territori, diventerà il modello unico per tutta la regione, presente in tutte le Case della Comunità previste dal nuovo Piano sociosanitario, rivoluzionando la concezione di assistenza sociosanitaria in Umbria", ha dichiarato la Presidente Proietti. "Finalmente i cittadini avranno un unico punto di riferimento, nel Distretto sanitario di residenza, per accedere a tutti i servizi, superando la frammentazione che spesso ha reso difficile orientarsi nel sistema. È un passo fondamentale verso un sistema salute più accessibile, integrato e vicino alle persone. Si tratta dell'esito di un lavoro costruito e condiviso con le zone sociali, le direzioni delle aziende sanitarie, i distretti, in cui sono stato individuati sia gli standard da attivare nei servizi sia lo standard per l'applicazione del DM 77 sull'assistenza territoriale".

Il PUA punta ad eliminare l'attuale frammentazione nell'assistenza sanitaria, sociale o sociosanitaria, creando un unico sportello dove ogni cittadino, indipendentemente dal tipo di bisogno espresso, può trovare accoglienza, orientamento e una risposta concreta. Il nuovo sistema garantisce che nessuna richiesta venga respinta o rimandata ad altri uffici. Il personale formato appositamente per questo ruolo ha il compito di accogliere ogni istanza e di avviare immediatamente il percorso più appropriato, anche quando la documentazione non è completa o quando il bisogno non è ancora ben definito. Questa filosofia dell'accoglienza incondizionata rappresenta un cambio di paradigma fondamentale: non è più il cittadino a doversi adattare alla complessità del sistema, ma è il sistema che si organizza per essere accessibile a tutti. Particolarmente significativo è l'approccio verso le persone più fragili e vulnerabili. Il PUA è stato pensato proprio per chi ha maggiori difficoltà a orientarsi nei servizi: anziani, persone con disabilità, famiglie in difficoltà, cittadini con problemi di salute mentale. Per questi soggetti, spesso portatori di bisogni complessi che richiedono l'intervento coordinato di più servizi, il PUA rappresenta finalmente un punto di riferimento stabile e qualificato. Il funzionamento del PUA si basa su un modello organizzativo articolato su più livelli, ciascuno con competenze specifiche ma tutti coordinati per garantire continuità e appropriatezza degli interventi. Al primo livello, il front office rappresenta il volto più visibile del servizio. Qui operano professionisti amministrativi specializzati che hanno il compito di accogliere tempestivamente ogni richiesta e di orientare correttamente la persona all'interno della rete dei servizi. Quando la richiesta necessita di approfondimento, entra in gioco il back office di primo livello, dove operano professionisti sanitari e sociali con il compito di decodificare la domanda e proporre il percorso più appropriato. Questo livello è fondamentale perché rappresenta il momento in cui viene effettuata la prima vera valutazione professionale del bisogno espresso. Se la situazione è semplice e può essere risolta con l'attivazione di un servizio specifico, il percorso si conclude qui. Se invece emerge la necessità di una presa in carico integrata, la persona viene affidata all'équipe multiprofessionale del secondo livello. Il back office di secondo livello costituisce il cuore pulsante del nuovo modello assistenziale. Qui operano équipe integrate composte da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici di distretto, infermieri di famiglia o comunità e assistenti sociali. Quando necessario, il team si arricchisce con altre figure professionali specialistiche. Queste équipe hanno il compito di effettuare una valutazione multidimensionale del bisogno, considerando non solo gli aspetti clinici ma anche quelli funzionali, sociali e ambientali della persona. L'approccio multidimensionale non rappresenta un semplice affiancamento di competenze diverse, ma una vera integrazione professionale che permette di leggere la complessità della persona nella sua interezza. L'obiettivo è elaborare un Piano Assistenziale Individualizzato che tenga conto tanto delle limitazioni quanto delle potenzialità del soggetto e del suo contesto di vita, per favorire il recupero della massima autonomia possibile. Per le situazioni di maggiore complessità, che richiedono una presa in carico sociosanitaria integrata con impegno significativo di risorse, viene attivata l'Unità di Valutazione Multidimensionale. Questa rappresenta il livello più specialistico del sistema e ha il compito di definire progetti personalizzati di lungo termine, inclusi i nuovi Progetti di Vita Individuali previsti dalla normativa nazionale per le persone con disabilità. Ogni PUA sarà collocato presso le Case della Comunità, strutture che rappresentano il nuovo modello di assistenza territoriale previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questa collocazione non è casuale, ma risponde alla volontà di creare un sistema integrato dove i servizi dialogano costantemente tra loro. Il PUA, infatti, non opera in isolamento, ma si connette con la Centrale 116117, le Centrali Operative Territoriali, le Unità di Continuità Assistenziale e tutti gli altri nodi della rete assistenziale territoriale.

L'introduzione ai lavori dell'evento è stata curata dalla Direttrice Salute e Welfare della Regione Umbria, Daniela Donetti mentre i relatori sono stati: Costanza Spera, Assessora Comune di Perugia, Coordinatrice Consulta Welfare e Politiche Sociali, ANCI Umbria - L'esito del lavoro integrato sul PUA, Valentina Battiston, Dirigente Programmazione e sviluppo sistema sociale integrato, Regione Umbria, Emilio Paolo Abbritti, Direttore Distretto del Trasimeno, USL Umbria 1 - Il modello organizzativo del PUA, Emanuele Ciotti, Direttore Generale USL Umbria 1 - L'integrazione tra PUA, COT e Centrale 116117, Enrica Ricci, Dirigente Programmazione e controllo strategico SSR, Regione Umbria - La formazione e l'aggiornamento costante dei percorsi, Dina Bugiantelli, Dirigente Settore Risorse Umane, Comune di Spoleto - Il punto di vista delle Zone Sociali, Stefano Piccardi, Responsabile Sezione Comunicazione, Regione Umbria - PUA virtuale e l'identità visiva Umbria in Salute

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