(UNWEB) - Tuoro sul Trasimeno, - Si è svolto oggi a Tuoro sul Trasimeno un evento di fondamentale importanza per il futuro del lago Trasimeno: l'avvio del primo campionamento delle acque dalla condotta di Montedoglio. "Questa operazione cruciale - ha spiegato la presidente della Regione Stefania Proietti - è il frutto della preziosa e fondamentale collaborazione tra la Regione Umbria e l'Università degli Studi di Perugia e segna un passo concreto e tangibile verso la salvaguardia del nostro straordinario patrimonio lacustre. L'intervento - ha aggiunto - si inserisce in un percorso strategico e innovativo, nato dalla urgente necessità di affrontare le persistenti criticità dei livelli idrometrici del lago Trasimeno, costantemente monitorati".
L'intervento è inquadrato in una logica di continuità scientifica: un precedente campionamento condotto dall'Università di Perugia nel 2024 aveva già evidenziato la necessità di studiare misure relative a eventuali contaminazioni biologiche e comprendere meglio i carichi solidi presenti nelle acque da immettere. Per questo motivo è stato installato a Tuoro, adiacente all'impianto di potabilizzazione, un impianto pilota filtrante temporaneo.
Per rispondere a queste sfide, il Decreto Commissariale n. 22 del 17 aprile 2022, emanato dal commissario straordinario nazionale, Ing. Nicola Dell'Acqua, ha dato il via al "Piano operativo degli interventi volti al ripristino dell'officiosità idraulica del lago Trasimeno". Il servizio Rischio idrogeologico, idraulico e sismico, difesa del suolo della Regione Umbria, con l'Ing. Sandro Costantini quale responsabile del Piano operativo, è stato designato soggetto attuatore di queste fondamentali operazioni. Una delle priorità del Piano operativo è proprio l'attivazione sperimentale dell'opera di scarico della condotta del sistema di adduzione occidentale dell'invaso di Montedoglio.
"Questo processo - ha spiegato il dirigente Costantini - è finalizzato ad alimentare il lago Trasimeno per migliorarne il livello idrometrico e si articola in due fasi distinte: in questa prima fase, le acque della condotta verranno utilizzate a soli scopi sperimentali, mentre la seconda fase prevede l'uso della condotta EAUT per l'immissione vera e propria dell'acqua di Montedoglio al Trasimeno". "L'impianto - ha proseguito - è progettato per trattare una portata sperimentale di 2-4 litri d'acqua al secondo. Tecnicamente, include un riduttore di pressione essenziale per gestire l'elevata pressione dell'acqua proveniente da Montedoglio (fino a 8-10 bar). Il sistema di filtrazione utilizza un materiale a fibra libera capace di una filtrazione estremamente fine, fino a 0,01 millimetri (10 micron). Il materiale separato dal filtro, trasportato in un flusso liquido, viene convogliato nella rete fognaria, permettendo al contempo il prelievo di campioni per analisi approfondite senza costituire un rischio per l'ambiente circostante. Questa fase di test è cruciale per la successiva progettazione delle opere idrauliche definitive".
Per l'assessore regionale alle Politiche agricole, turismo e laghi, Simona Meloni, "questa iniziativa è la dimostrazione di quanto può essere proficua una collaborazione istituzionale quando si rema tutti dalla stessa parte. Il 7 giugno scorso - ricorda l'assessore - è stato siglato l'accordo di programma per la gestione e l'utilizzo condiviso delle risorse idriche del Sistema Montedoglio. Questo documento fondamentale ha riunito al tavolo i principali attori della gestione idrica: il commissario straordinario nazionale ing. Nicola Dell'Acqua, le Regioni Umbria e Toscana, e le autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Settentrionale e dell'Appennino Centrale. Tale accordo ha confermato e reso concreta la possibilità di utilizzo delle acque di Montedoglio anche per finalità ambientali relative al lago Trasimeno. La scienza e la tecnologia - ha concluso l'assessore Meloni - ci offrono gli strumenti per prendere decisioni informate e basate sui dati, garantendo l'efficacia dei nostri interventi".
Lo scorso 14 luglio la Regione Umbria ha inoltre formalizzato l'estensione dell'accordo di collaborazione con il dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell'Università degli Studi di Perugia.
Con l'avvio delle attività di campionamento che si protrarranno per sei settimane, i dati essenziali saranno raccolti attraverso prelievi in tre punti distinti: a monte del sistema di filtraggio, a valle e dalle acque di controlavaggio. Le analisi riguarderanno componenti chimiche, microbiologiche, batteriche, oltre a macroinvertebrati, plancton e fauna ittica, per un quadro completo e affidabile della qualità delle acque. L'Università fornirà un report intermedio ad agosto e un report finale entro il 15 settembre. Quest'ultimo rapporto sarà la base imprescindibile per la progettazione esecutiva dell'impianto filtrante definitivo da collocare in prossimità del Fosso Paganico e per fornire gli elementi utili alla redazione della VINCA (Valutazione d'Incidenza Ambientale), necessaria ai fini autorizzativi. Si prevede di rendere l'impianto definitivo operativo entro la fine dell'anno.