4 6(UNWEB) – Perugia,  – Il Salone d'Onore di Palazzo Donini ha ospitato la presentazione del Rapporto "Sussidiarietà e welfare territoriale" della Fondazione per la Sussidiarietà, un momento di confronto ad alto livello sui modelli di welfare più efficaci per affrontare le disuguaglianze e fragilità sociali.

A portare i saluti istituzionali la Vicepresidente della Camera, Anna Ascani, la Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, seguiti dagli interventi del Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini, e del Direttore IFEL, Pierciro Galeone.

L'iniziativa pone l'attenzione su un pilastro fondamentale della nostra azione regionale: l'impegno costante dell'Umbria per un welfare realmente inclusivo, capace di mettere al centro la persona, i suoi bisogni e le sue necessità.

"Il tema della sussidiarietà segna il vero passaggio per la crescita della nostra regione e siamo convinti che l'efficacia delle politiche sociali sia direttamente proporzionale al coinvolgimento di chi ne è il destinatario – ha dichiarato la Presidente Proietti. Per questo, in Umbria, abbiamo scelto di abbracciare pienamente i principi della sussidiarietà e dell'amministrazione condivisa. Non è un caso se la nostra Regione è stata tra le prime in Italia a dare concreta attuazione a questi principi, approvando una legge regionale che ha come fine ultimo quello di rafforzare la collaborazione tra la pubblica amministrazione e il Terzo settore. Il nostro obiettivo è chiaro: costruire un nuovo rapporto tra pubblico e privato – ha sottolineato la Presidente – basato sulla convergenza degli obiettivi e sull'aggregazione delle risorse, attraverso attività di co-programmazione e co-progettazione di servizi e interventi". La partecipazione non è solo un principio etico, ma una condizione indispensabile per l'efficacia delle politiche pubbliche. Lo sappiamo bene in Umbria, dove questa cultura affonda le radici negli anni Settanta, con la sperimentazione della gestione dei servizi sociali attraverso la delega ai consorzi di comuni in forma partecipata. Un'esperienza antesignana che ci ha insegnato l'importanza di farci carico collettivamente dei problemi, condividerli e trovare insieme le risposte.

"Da allora, abbiamo continuato su questa strada – ha proseguito la Presidente – dalla costruzione dei Piani di zona a partire dal 2000, fino alla ferma volontà di rilanciare le forme partecipative nelle zone sociali e a livello regionale. Dobbiamo riaprire i tavoli tematici, rafforzare la concertazione e la co-progettazione. Le Case di comunità nei territori dovranno assolvere proprio a questa funzione, offrendosi come luoghi di incontro e partecipazione per la cittadinanza e per i soggetti del Terzo settore. E, naturalmente, dovremo investire sulla formazione, per dotarci di metodi e strumenti per la promozione e la gestione di processi partecipativi di qualità. Il nostro Paese vanta una presenza straordinaria di volontariato – ha concluso Proietti – una risorsa inestimabile che emerge sempre con forza nei momenti di criticità. Era quindi necessario fornire a questo prezioso Terzo Settore un quadro di principi e regole comuni, per orientarsi e dare consistenza ai procedimenti di co-programmazione e co-progettazione".

Subito dopo la Vicepresidente della Camera Anna Ascani ha ricordato come "la sussidiarietà sia la capacità concreta delle istituzioni, a ogni livello, di lavorare insieme ai territori per prendersi cura delle persone più fragili. In Umbria questo significa affrontare la disabilità, ma anche la solitudine legata all'invecchiamento, con una popolazione sempre più anziana e spesso sola. Non basta il sistema sanitario, serve una rete di servizi territoriali capaci di ascoltare, accogliere, accompagnare. Come ha ricordato la Presidente Proietti, è necessario mettere in campo tutte le energie presenti sul territorio. Le fragilità non sono un problema da nascondere – ha ribadito Ascani – ma una leva di trasformazione sociale, soprattutto in una terra come l'Umbria, dove la tradizione francescana insegna il valore della prossimità.

Il welfare non può essere trattato come un costo – ha concluso – è un investimento strategico per prevenire disuguaglianze e conflitti. Quando manca il dialogo tra istituzioni e cittadini si alimentano tensioni e solitudini. È nostro dovere costruire reti, ascolto e vicinanza. Senza relazione e senza visione non esiste welfare che tenga".

Pierciro Galeone: "Welfare più vicino alle persone. Dalla sussidiarietà una strada concreta per rafforzare i territori. Il Rapporto sulla sussidiarietà offre una visione d'insieme preziosa, che mette in luce le nuove fragilità: l'invecchiamento, la solitudine, le disuguaglianze territoriali e il disagio giovanile. Nonostante una spesa pubblica ingente, troppo poco arriva come servizio concreto ai cittadini. Serve una svolta: investire davvero nei territori, rafforzare il ruolo degli enti locali e valorizzare il Terzo settore. Solo così il welfare potrà essere più vicino, integrato e orientato ai bisogni reali delle persone". Nel suo intervento, il Presidente Giorgio Vittadini ha sottolineato come "la sussidiarietà è un metodo in grado di rendere efficace il welfare attraverso la collaborazione tra istituzioni, cittadini e realtà sociali. Il nostro Rapporto propone un cambiamento di paradigma: spostare il focus dalla standardizzazione all'ascolto e alla coprogettazione, affinché i servizi rispondano davvero alle esigenze delle persone".


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