(UNWEB)  La Fp Cgil dell'azienda Usl Umbria 1, a fronte di una decisa ripresa dei contagi da Covid-19 e vista la decisione di non rinnovare i contratti di 75 operatori sanitari con contratti interinali, esprime una forte preoccupazione per la situazione lavorativa del personale che continua a peggiorare dall'inizio della pandemia. "I reparti Covid riaprono e i lavoratori, già in prima linea, sono sottoposti a turni massacranti, spesso saltando il giorno di riposo – scrive il sindacato in una nota - In alcune realtà risulta a rischio anche il godimento delle ferie estive per mancanza di personale. Tutto questo viene aggravato dalle quarantene obbligatorie che obbligano il personale a osservare periodi di assenza, provocando ulteriore disagio per chi rimane in servizio".

Secondo la Fp Cgil della Usl Umbria 1, questa situazione era ampiamente prevedibile ed arginabile: "Si potevano mantenere le promesse sulle assunzioni, ma soprattutto si poteva evitare, in un clima di incertezza sull'evoluzione della pandemia, di rinunciare a 75 lavoratori per motivi di bilancio. Per noi – spiega il sindacato - le scelte sulla sanità sono necessariamente di tipo politico, dove il bilancio conta, ma non è l'attore principale. O forse dobbiamo pensare che il mantenimento di una sanità di tipo emergenziale sia una strategia per favorire un ingresso della sanità privata?".
Come se non bastasse, la Fp Cgil sta ricevendo segnalazioni da lavoratori che denunciano come, con la ripresa dei contagi e la conseguente riorganizzazione dei servizi, personale infermieristico venga utilizzato tramite l'istituto della pronta disponibilità per i servizi di dimissione ordinaria a domicilio, con ambulanza, dei pazienti Covid e non Covid. "In pratica – spiega ancora il sindacato – si sta utilizzando un istituto contrattuale concepito per tamponare una improvvisa emergenza, per la gestione ordinaria del servizio, andando a gravare interamente, sia per i costi che per l'ulteriore ammontare di ore lavorate, sulle spalle dei lavoratori".
A fronte di tutto questo, la Fp Cgil chiede alla Usl Umbria 1 di riconsiderare la decisione di non rinnovare i contratti in somministrazione, chiede il pagamento degli arretrati in base all'accordo sulla vestizione del dicembre
2021 (nonostante siano passati 7 mesi non sono ancora stati liquidati) e chiede infine di interagire con le istituzioni per prendere "tutte le iniziative necessarie a evitare il collasso dei servizi sanitari per mancanza del personale e delle necessarie professionalità".


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