Tesei 21062022(UNWEB) Nella seduta odierna di question time, i consiglieri regionali della Lega Stefano Pastorelli, Paola Fioroni, Manuela Puletti, Daniele Nicchi e Valerio Mancini, hanno interrogato la Giunta in merito al “piano di liquidazione unitario della disciolte Comunità Montane, e chiarimenti circa possibili comportamenti illeciti e danno erariale”.

Illustrando l’atto in Aula, Stefano Pastorelli ha detto che l’interrogazione chiede di “conoscere gli intendimenti della Giunta sulla situazione debitoria pregressa delle Comunità montane e sugli scenari prefigurati dal Commissario liquidatore unico per dirimerla. Inoltre sarebbe importante ricevere ulteriori informazioni e chiarimenti in relazione alle cause del dissesto ed agli eventuali comportamenti illeciti e danno erariale nelle precedenti gestioni. Questa storia va avanti da decenni, con le Comunità Montane che sono state sciolte dal 2011. Ma solo l’attuale commissario unico liquidatore ha inviato a marzo 2022 il Piano di liquidazione Unitario. Un piano dal quale emerge un debito complessivo di 8 milioni 455mila euro, con la Comunità Montana associazione dei Comuni Trasimeno - Medio Tevere esposta pesantemente per circa 20 milioni di euro. Inoltre il Commissario liquidatore evidenzia supposte irregolarità gestionali connesse alla responsabilità dei precedenti commissari liquidatori ed in qualche caso di dipendenti pubblici. Secondo il parere dell’Avvocatura regionale i Commissari liquidatori rispondono personalmente degli atti assunti sotto il profilo civile, penale, amministrativo e contabile. Si richiedono pertanto anche chiarimenti su presunti comportamenti illeciti o ipotesi di reato, che andrebbero segnalati alle autorità competenti. Adesso la Giunta dovrà approvare un piano di ricognizione delle specifiche gestioni liquidatorie ed una proposta di gestione che si articola in due possibili scenari. Un’ipotesi di liquidazione prevede il trasferimento dei beni alla Regione o all’Agenzia forestale, evitando così la dismissione a prezzi di asta e tutelando il patrimonio pubblico. Una seconda ipotesi con cui si otterrebbe la possibilità di conferire, in un fondo patrimoniale vincolato a soddisfare i creditori, anche le liquidità, permettendo di accorciare i tempi e di arrivare a una serie di accordi con le banche relativi a una parte del debito, nel tentativo di coprire l’intero disavanzo. Nel caso che i beni non fossero acquisiti dal patrimonio regionale ma venduti all’asta, ovviamente a prezzi ridotti, solo una parte dei creditori verrebbe soddisfatta e, come previsto dalla legge regionale, le pendenze rimanenti passerebbero in capo ai Comuni, tra i quali verrebbe ripartito un debito che, secondo il commissario liquidatore, ‘risulterebbe decisamente insostenibile per i rispettivi bilanci causando probabilmente il default’. Nel caso del pagamento dei debiti mediante l’utilizzo di tutti i beni conferiti nel fondo patrimoniale vincolato, verrebbe legittimato il ripianamento con le eccedenze delle altre Comunità Montane che non presentano una situazione economica insufficiente a soddisfare integralmente i propri creditori ma si eviterebbe il coinvolgimento dei Comuni nella ripartizione del debito residuo”.

La presidente Tesei ha risposto: “è uno dei vari dossier che abbiamo trovato sul tavolo come lascito della passata gestione. La liquidazione delle comunità montane è un iter già avviato con apposita legge regionale ma non affrontato in passato e quindi oggi siamo chiamati a risolvere una questione molto impattante per alcuni comuni a causa di scelte scellerate fatte in precedenza. Abbiamo nominato il commissario unico per le comunità montane per fare un approfondito studio sulle comunità montane e provvedere a sanare la situazione. Il Commissario ha consegnato la relazione con la situazione patrimoniale di cui si parla, quella finanziaria e quella relativa a debiti e crediti, nonché ai procedimenti pendenti davanti ai giudici, poiché abbiamo trovato anche procedure in corso. Grave il disavanzo, oltre 19 milioni di euro, a rischio aggravamento per situazioni maturate che non rendono agibile nemmeno il percorso liquidatorio. Difficile la riscossione dei crediti, grave lo squilibrio finanziario dal 2013, da quando è stata ignorata la tesoreria, impossibile fare pagamenti, i beni della comunità montana oggetto di esecuzioni immobiliari e nessuna provvista liquida, nessun accordo stragiudiziale possibile, blocco totale della operatività finanziaria delle comunità montane. Il passato pesa su questo governo regionale, specialmente nella situazione attuale. Sulla Comunità monti del Trasimeno solo ora abbiamo appurato la situazione che adesso portiamo a conoscenza dell’Assemblea e della cittadinanza. Grava sulla liquidazione unitaria, al punto che, ammesso che tutto vada bene, il disavanzo sarà di oltre 8 milioni e mezzo di euro. Si profilano situazioni molto gravi, spetta al commissario segnalare eventuali illeciti all’autorità giudiziaria. Il commissario sta elaborando varie ipotesi di soluzione, tutte gravose per la regione. Mi auguro che gli organi di controllo facciano chiarezza sulla situazione”.

Nella replica conclusiva, Pastorelli ha detto che “la risposta non lascia dubbi alle interpretazioni. Il passato pesa sulle scelte da fare per i prossimi anni. La situazione è pesante, serve una scelta giusta e di buon senso”.


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