260687492 3147652118805138 146737889305485639 n(UNWEB) Tra gli argomenti trattati ieri pomeriggio in Seconda Commissione, anche la proposta di legge della consigliera Donatella Porzi (Pd) che prevede modificazioni ed integrazioni alla legge regionale ‘24/2003’ concernente il ‘Sistema museale regionale – salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali connessi’. In sostanza, l’iniziativa legislativa mira all’istituzione di un parco archeologico-paesaggistico diffuso.

Ripercorrendo i tratti principali della sua proposta, già illustrata in Commissione ad inizio dicembre dello scorso anno (https://tinyurl.com/batun4cm (link is external)), Porzi ha sottolineato che “per far ripartire la nostra economia occorre creare un turismo che protegga l’ambiente e valorizzi il territorio secondo la definizione che ne dà l’Europa, ovvero l’Heritage tourism, che riconosce nella storia e nella cultura di un luogo la risorsa da offrire al turista. Negli ultimi anni in Italia è aumentato il turismo nei borghi che, partito come turismo ‘minore’, si è gradualmente sviluppato. Numerose sono le attività che possono essere svolte in questi luoghi, sia di tipo didattico, sia di tipo ricreativo-culturale. Inoltre lo sviluppo di tanti agriturismi, diffusi sul territorio, ha contribuito ad accrescere questo tipo di turismo. Ora però occorre fare un salto di qualità con la creazione di un insieme di servizi uniti in ‘rete’ in modo da collegare il territorio a tutte le realtà, con proposte non solo turistiche.

Le aree archeologiche presenti in Umbria possiedono ingenti risorse culturali, materiali e immateriali, che non sono ancora adeguatamente valorizzate. Tali risorse possono costituire uno dei motori dello sviluppo economico e sociale del territorio creando anche futuri posti di lavoro qualificati e innescando lo sviluppo di filiere economiche, sia direttamente connesse alla valorizzazione del patrimonio (studi e ricerche, progettazione, protezione, conservazione, editoria e comunicazione specializzata, servizi culturali, ecc.), sia ad essa collegate (turismo, trasporti, agro-alimentare, artigianato, commercio, edilizia…). L’Umbria potrebbe valorizzare il suo territorio ed il suo paesaggio proprio con l’istituzione di un parco archeologico regionale. Disponiamo di 9 zone di interesse archeologico; 122 aree sottoposte a vincolo archeologico; 72 aree e beni archeologici di proprietà dello Stato vincolati e non; 3000 siti archeologici puntiformi noti ed indiziati non sottoposti a normativa di tutela; 8 perimetrazioni di comprensori geografici interessati dal fenomeno della centuriazione (Alta Valle del Tevere, Media Valle del Tevere, Valle Umbra meridionale, territori di Norcia ed Amelia); Tracciati relativi alla viabilità antica principale (Via Flaminia, Via Amerina, Via Orvietana, Via della Spina, Via Centrale Umbra); Aree relative al sistema di sfruttamento silvo-pastorale antico (tratture, pascoli, insediamenti d'altura fortificati); Regioni augustee, colonia latina e municipi romani. Si tratta di un patrimonio ricchissimo, ma anche il paesaggio umbro è del tutto originale: colline punteggiate di antichi borghi, il paesaggio agrario delle viti e degli ulivi, delle piantagioni di tabacco, dei campi ravvivati dai girasoli. Sembra naturale pensare che i reperti e il paesaggio siano interconnessi e che non possano essere considerati separatamente.

Con questa proposta di legge – ha spiegato in sintesi Porzi - verrebbe prevista la possibilità di istituire uno o più parchi archeologici regionali, il tutto nel rispetto della normativa statale di riferimento. Per consentire e facilitare l’avvio del procedimento di istituzione di un parco archeologico regionale viene prevista la possibilità di disciplinare e istituzionalizzare a livello regionale, grazie alla concertazione con tutti gli altri soggetti interessati, in primis il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e gli enti locali proprietari dei beni ovvero titolari di funzioni coinvolte a vario titolo, la gestione delle aree archeologiche presenti sul territorio umbro in una logica di ‘rete’, ciò anche allo scopo di concretizzare l’auspicata integrazione tra tutte le diverse realtà che caratterizzano questi luoghi, con conseguenti ricadute positive nella valorizzazione del patrimonio culturale dell’Umbria e nello sviluppo economico e sociale del suo territorio”.

Rispetto alla proposta legislativa in questione è già intervenuta in precedenza l’assessore regionale Paola Agabiti che, attraverso una lettera indirizzata alla Commissione, ha espresso condivisione sulla valorizzazione dei siti archeologici dell’Umbria, sia sotto il profilo culturale e della loro integrazione nel Sistema museale regionale, sia sotto quello della salvaguardia dei valori storici e paesaggistici. Sottolineando comunque che l’intervento sulla normativa vigente è da considerarsi in alcuni punti non influente e in altri di difficile applicazione.

La dirigente regionale Antonella Pinna, presente alla riunione ha fatto sapere che la Giunta regionale, attraverso l’assessore Agabiti sta lavorando per una revisione della normativa di settore che si avvarrà del contributo di tutte le parti interessate. “Nello more dell’iter della legge – ha ribadito Pinna -, alcune delle istanze promosse dalla consigliera Porzi, per la valorizzazione dei parchi archeologici, sono attualmente possibili anche all’interno della normativa vigente. Sin da oggi è possibile avvalersi della normativa regionale e statale”.

Il presidente Valerio Mancini ha proposto dunque di attendere gli sviluppi delle azioni che l’assessorato sta mettendo in campo rispetto alla materia in discussione.


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