(UNWEB) MONTEPETRIOLO (PG) – In Umbria, dove le colline sembrano dipinte e il tempo rallenta per lasciare spazio alla meraviglia, torna l’appuntamento con “C’era una volta Montepetriolo”, la festa che fino al 10 agosto anima il borgo con profumi, colori e storie di un’Italia autentica.
Montepetriolo, piccolo villaggio incastonato tra torri medievali e uliveti silenziosi, si riscopre ogni anno come luogo di incontro e memoria. Non è solo una sagra, non è solo cibo: è un rito collettivo che richiama gli abitanti, anche quelli lontani, e li riporta a casa. È festa, sì, ma anche identità.
La manifestazione, promossa dalla Proloco di Montepetriolo e guidata con passione dal presidente Luca Paradisi, è il frutto di mesi di preparazione. I vicoli si riempiono di vita, le cucine sprigionano profumi antichi, e ogni abitante diventa protagonista: grandi e piccoli, senza bisogno di social, si mettono all’opera per accogliere e condividere.
Il cuore dell’evento è la comunità. Una comunità che lavora, collabora, si cerca. Che celebra la bellezza del creato, come avrebbe fatto San Francesco, e che riconosce nel proprio borgo non solo un luogo fisico, ma un’anima.
Tra piatti tipici – dove il cinghiale è re ma non l’unico sovrano – e paesaggi che parlano di stagioni, di etruschi e di caprioli, Montepetriolo offre un’esperienza che va oltre il turismo: è un invito a rallentare, a guardare, a sentire.
Chi visita Montepetriolo in questi giorni non trova solo una festa. Trova un pezzo d’Umbria che resiste, che si rinnova, che accoglie.