(UNWEB) CITTA' DI CASTELLO – Confagricoltura Umbria ha concluso, con l'incontro di lunedì 19 settembre a Città di Castello, gli appuntamenti per un confronto con i candidati umbri dei principali schieramenti politici in occasione delle elezioni politiche del 25 settembre.

Dopo l'appuntamento del 12 settembre scorso a Todi, quello in programma alla Fattoria Autonoma Tabacchi ha visto intervenire: per la coalizione di centrodestra, Luca Briziarelli (Lega), Catia Polidori (Forza Italia), Emanuele Prisco (Fratelli d'Italia); per il centrosinistra Walter Verini (Partito Democratico), Filippo Gallinella (Impegno Civico); per il terzo polo, Luciana Bassini.

Anche in questo incontro i lavori sono stati aperti dal presidente di Confagricoltura Umbria, Fabio Rossi, mentre le conclusioni sono stare affidate a Marco Caprai, membro della Giunta nazionale di Confagricoltura.

Il rafforzamento delle filiere produttive umbre, ma anche temi come ambiente e sviluppo sostenibile, con investimenti per agevolare l'accesso all'acqua per uso irriguo e zootecnico, valorizzazione del patrimonio forestale, politiche a sostegno delle aree interne e montane, gestione della fauna selvatica. E poi competitività, politiche europee, lavoro e previdenza sociale, fiscalità e credito. Questi i temi centrali delle proposte di Confagricoltura Umbria, oltre a quello naturalmente del tabacco: sotto i riflettori soprattutto il tema dei contratti che "per dare certezza ai produttori devono essere pluriennali".

L'obiettivo di Confagricoltura, oltre ad ascoltare i programmi dei candidati, è stato infatti quello di presentare delle proposte per la nuova agenda di governo con al centro la filiera agroalimentare italiana, dalla tutela del Made in Italy alla digitalizzazione, e per sostenere soprattutto il ruolo dell'agricoltura nell'economia della regione.

"È nostra convinzione – ha affermato Rossi – che l'Europa debba promuovere un modello nutrizionale in grado di garantire alla popolazione una migliore qualità della vita e la piena salvaguardia della sostenibilità ambientale. La filiera agroalimentare italiana, ed anche umbra, hanno conseguito, nonostante la crisi pandemica ed il conflitto russo-ucraino, eccellenti performance in termini di export a livello mondiale, grazie agli investimenti sulla valorizzazione dei prodotti a denominazione, tipici e a marchio.  Rafforzare le filiere produttive nazionali e regionali è un obiettivo da perseguire con forte impegno attraverso l'adeguamento delle strutture di stoccaggio e della rete dei trasporti, l'aggregazione di offerta delle produzioni agricole per condurle sui mercati a costi ed in tempi più convenienti possibili, la digitalizzazione delle nostre imprese per favorire il marketing e la rintracciabilità delle produzioni. L'agricoltura andrà quindi accompagnata in questo nuovo percorso attraverso l'adozione delle migliori tecnologie, dalla scienza applicata e da nuove strategie di mercato. È in questa prospettiva che riteniamo che alcuni interventi siano necessari per sostenere e promuovere il nostro sistema paese".

Ambiente e sviluppo sostenibile

Anche le imprese agricole umbre sono da tempo impegnate in un percorso virtuoso verso la sostenibilità. Confagricoltura ritiene importante continuare a lavorare, con il supporto di politiche incentivanti, per ridurre l'impatto ambientale e per contribuire in maniera significativa alla produzione di energie rinnovabili, in grado di minimizzare la dipendenza energetica del nostro Paese dall'estero.

Per raggiungere tali obiettivi ambientali ed energetici, Confagricoltura propone alcuni interventi di natura sia strategica che tecnica:

•            Necessario dotare il Paese di una rete idraulica in grado di rispondere ai cambiamenti climatici soprattutto per aumentare la percentuale di acqua piovana, che oggi riusciamo a trattenere in bacini. In Umbria occorrono investimenti per agevolare l'accesso all'acqua per uso irriguo e zootecnico su tutto il territorio regionale, con la creazione di nuovi invasi (grandi, medi e piccoli) e con l'accesso all'acqua per tutte le colture, comprese quelle che tradizionalmente vengono coltivate in asciutta.

•            Valorizzazione del patrimonio forestale: gestione forestale sostenibile che miri all'efficienza nell'impiego delle risorse boschive sostenendo la creazione di filiere di bioeconomia forestale, che rivitalizzerebbero, peraltro, le aree interne del Paese. 

•            Politiche a sostegno delle aree interne e montane: rendere più organica la Strategia nazionale per le aree interne; in quest'ambito occorre riportare al centro dell'agenda politica il ruolo delle aziende agricole quale chiave di sviluppo locale.

•            Si ritiene necessario intervenire senza indugi sulla gestione della fauna selvatica e in particolare: sui cinghiali, la cui popolazione fortemente aumentata provoca danni alle imprese agricole, incidenti stradali, danni e disordini nei centri abitati e la diffusione della peste suina; sugli storni, che provocano danni ai vigneti; sui corvidi, che provocano danni alle produzioni ortive. È necessaria l'attuazione di politiche di contenimento adeguate attuate anche al di fuori dei periodi previsti dai regolamenti della caccia; il monitoraggio obbligatorio su scala regionale e nazionale; risorse umane e finanziarie sufficienti per garantire attraverso procedure semplificate e veloci i risarcimenti agli agricoltori, sia sui danni diretti sia di quelli indiretti (ad oggi non liquidati). È necessario valorizzare l'attività delle imprese agricole afferenti alla gestione faunistica a beneficio dell'intero sistema naturale e della collettività e nella diffusione del concetto di caccia sostenibile.

Competitività

Le proposte hanno anche l'obiettivo di assicurare una ripartizione degli utili lungo la filiera agricola e agroalimentare; di valorizzare il made in Italy e i prodotti a denominazione di origine quali carte vincenti sui mercati internazionali, anche attraverso un piano Export che rafforzi le aziende.

L'agricoltura ha quale obiettivo principale la produzione di materie prime agricole essenziali per varie filiere in primo luogo quella alimentare. Per questo è indispensabile adottare iniziative utili per l'incremento della capacità produttiva, quali:

•            Sostegno filiera agroalimentare: il PSR dovrà garantire una corsia prevalente per sostenere le imprese strutturate e percorsi aggreganti per creare sistemi e filiere agricole economicamente rilevanti in grado di sviluppare: innovazione, mercati e occupazione di qualità. Dovrà prevedere, inoltre, investimenti proporzionali alla dimensione economica dell'impresa e premi a superfice che non dovranno penalizzare le aziende con grandi superfici ma stimolare l'aggregazione tra piccole imprese per creare filiere e/o distretti.

•            Piano straordinario di miglioramento genetico vegetale e animale. Per essere maggiormente competitivi è necessario poter contare su varietà nuove, che aiutino gli agricoltori a implementare sistemi produttivi sostenibili. Va quindi previsto un "piano straordinario di ricerca e sperimentazione mirata".

•            Olio di oliva: modifiche alla Legge 144/51 che regolamenta in maniera troppo restrittiva l'estirpazione delle piante di olivo.

•            Vino, digitalizzazione e smart farming: è indispensabile potenziare le misure rivolte all'innovazione del vigneto e delle cantine.

•            Piano di rilancio delle colture cerealicole: è necessario attuare politiche e strategie per invertire il trend di mercato del comparto e rilanciare le produzioni di cereali.

Politiche Europee

La politica agroalimentare che la Commissione europea sta portando avanti con le strategie del Green Deal, Farm to Fork e biodiversità, porterà l'Europa ad una contrazione della produzione agricola. Confagricoltura crede in un'agricoltura europea forte, che produce cibo di qualità e a prezzi accessibili, custodisce il territorio, contribuisce alla tenuta sociale in particolare delle aree interne: l'accesso al cibo è uno dei fattori chiave della salvaguardia della società civile e della convivenza democratica. In mancanza di modifiche, il settore sarà chiamato ad applicare norme restrittive.

•            No Nutriscore: indispensabile contrastare l'introduzione del sistema di etichettatura fronte pacco, tipo Nutriscore, a semaforo, che penalizza il sistema agroalimentare nazionale e dei Paesi del mediterraneo, e spingere la proposta italiana di NutrInform battery, illustrandone affidabilità e benefici, soprattutto in termini di educazione alimentare alla dieta mediterranea, patrimonio UNESCO.

•            Reimpostare un sistema di politiche economiche legato al potenziamento della sfera legata alla competitività aziendale e non a quella sociale.

•            Rivisitazione del Green Deal ed in particolare della strategia Farm to Fork.

Lavoro e previdenza sociale

Queste le principali richieste in materia: Riduzione del cuneo fiscale e quota antinfortunistica (INAIL); contrasto al caporalato; decontribuzione degli oneri previdenziali previsti per gli operai a tempo determinato;  salario minimo e definizione di un sistema di gestione dei flussi migratori; collocamento obbligatorio dei soggetti diversamente abili.

Fiscalità e credito

Infine, su fiscalità e credito queste le proposte: Estensione a tutto il 2022 del credito d'imposta del 20% sull'acquisto del carburante agricolo, previsto attualmente solo per il I e III trimestre; stabilizzazione delle aliquote di agevolazione del credito d'imposta previste per il solo 2022 da Piano nazionale Transizione 4.0 per gli investimenti in beni strumentali innovativi anche per 2023; sostegno degli investimenti in colture arboree pluriennali; eliminazione dell'IMU sui terreni agricoli concessi in affitto ad agricoltori professionali (IAP e CD), ovvero a giovani agricoltori; effettiva operatività della rinegoziazione ventennale dei mutui bancari agrari; semplificazione delle procedure amministrative ed introduzione di una deroga rispetto all'obbligo di comunicazione in forma elettronica tra PA e imprese.


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