DSC 6105(ASI) Perugia. Il 9 gennaio 1616 moriva a Perugia Marco Antonio Bonciari, umanista e insegnante, uno dei letterati più apprezzati del tardo Rinascimento, nato ad Antria (attualmente nel Comune di Magione) e vissuto tra qui e Perugia.


IL LIBRO - Nella ricorrenza dei 400 anni dalla sua morte esce il libro: “Marco Antonio Bonciari e il suo tempo. Il figlio dell’umile ciabattino di Antria nei fasti del tardo Rinascimento”, scritto da Luciano Taborchi e pubblicato nell'elegante edizione della Collana Scaffali senza Polvere, della Soprintendenza Archivistica dell'Umbria e delle Marche, con le presentazioni del Vescovo ausiliare dell’Archidiocesi di Perugia e Città della Pieve Monsignor Giulietti e del Soprintendente archivistico dr. Mario Squadroni. L’opera ha il patrocinio del Comune di Perugia, del Comune di Magione e dei Lions del Distretto 108L.
In 180 pagine, ricche di foto a colori ed in bianco e nero delle opere del Bonciari e dei luoghi dove ha vissuto, viene presentata la sua vita, la sua attività di educatore ed umanista, il numero elevato di pubblicazioni e i tantissimi manoscritti conservati presso la Biblioteca Augusta di Perugia. Il tutto, preceduto dall'inquadramento storico e culturale del secolo in cui visse e della Perugia del tempo. La pubblicazione, prima nel suo genere per la completezza di informazioni su questo grande personaggio e per l’approfondita analisi dei suoi diversi profili (letterato umanista, maestro di vita e uomo civico), fa parte delle iniziative che il Comune di Perugia ha messo in piedi per celebrare degnamente questo anniversario.

PRESENTAZIONE - In anteprima rispetto alla presentazione che si terrà domani, sabato 9 gennaio, a partire dalle ore 10,00 alla Sala Sant’Anna a Perugia, alla quale saranno presenti, insieme all’autore, l’Assessore alla Cultura del Comune di Perugia, Maria Teresa Severini, il Soprintendente archivistico dell’Umbria e delle Marche Mario Squadroni, il Governatore del distretto 108L Lions Tommaso Sediari e la professoressa Erminia Irace, docente di Storia Moderna all’Università degli Studi di Perugia, questa mattina si è svolta la presentazione alla stampa.
Alla Sala della Vaccara di Palazzo dei Priori, erano presenti Serena Innamorati, della Biblioteca Augusta, Corrado Costantini, Presidente della Zona C del Distretto Lions 108L, Nicola Gasbarro di Banca Mediolanum, l’autore del libro Luciano Taborchi e il Soprintendente Archivistico Mario Squadroni.

GLI INTERVENTI - La dott.ssa Innamorati ha sottolineato come la figura di Bonciari sia strettamente collegata alla cerchia di amici di Prospero Podiani, fondatore della stessa Biblioteca. “Con Bonciari –ha detto- prosegue il viaggio culturale, iniziato con Podiani, che da Perugia si propagò in tutta Italia e in Europa”. La Innamorati ha, quindi ricordato le altre iniziative del programma Prospero Podiani et amicorum che, avviate lo scorso 1 dicembre, proseguiranno ancora nel 2016 (vedi allegato).
A mettere l’accento sullo scopo benefico dell’opera di Taborchi è stato, quindi, il Presidente della Zona C del Distretto Lions 108L, Corrado Costantini, che ha ricordato appunto come i proventi del libro, detratte le spese di stampa, saranno destinati dall’autore all'LCIF, la Fondazione internazionale dei Lions, per l’acquisto dei vaccini contro il morbillo, ancora principale causa di morte dei bambini nei Paesi in via di sviluppo. “La lotta contro il morbillo –ha precisato Costantini- a noi occidentali può sembrare inutile, ma non dimentichiamo che in Africa ancora oggi migliaia di bambini muoiono per questa malattia e la vaccinazione è l’unico modo per salvarli”. Costantini ha, infine, riconosciuto a Taborchi il merito di aver fatto conoscere Bonciari ai suoi concittadini, rinverdendone la memoria e il merito culturale.
Proprio al merito di Bonciari si è ricollegato anche Nicola Gasbarro, Family Banker di Banca Mediolanum, che ha supportato la pubblicazione: “Fare utili essendo utili –ha detto in conferenza Gasbarro- è il nostro principio, per questo sosteniamo iniziative culturali come questa, perché siamo certi che, in ogni settore, non dobbiamo avere paura a riconoscere il merito di una persona quando è il momento, senza attendere 400 anni per valorizzarlo.”
Sull’importanza e la ricchezza dell’archivio personale di Bonciari si è, invece, soffermato il Soprintendente Squadroni, che ha ricordato la lungimiranza del Comune di Perugia che, a suo tempo, ha acquistato l’archivio privato dagli eredi di Bonciari –che aveva amicizie e scambi epistolari con i più importanti letterati del suo tempo in tutta Europa- per renderlo pubblico attraverso la Biblioteca Augusta, dove tuttora è conservato.
Al termine della conferenza ha, quindi, preso la parola lo stesso autore, Luciano Taborchi, che ha ricordato l’anniversario della morte di Bonciari proprio nella giornata del 9 gennaio. “Il mio scopo –ha detto- è di evitare che anche questo anniversario passi nel silenzio. Vorrei piuttosto ricordare che Marco Antonio Bonciari ci ha lasciato due messaggi fondamentali: il primo, il suo grande amore per la scrittura, che oggi si è perso e, soprattutto, il suo riuscire ad esprimere al meglio il talento di cui era dotato malgrado le infermità e gli impedimenti fisici che lo hanno colpito fin dalla giovane età. In questo, Bonciari deve essere un esempio”.
Proprio per questo, Taborchi ha lanciato anche un appello alla Curia e all’Amministrazione Comunale perché pongano una targa all’interno della Cappella del Ss.mo Sacramento, in cattedrale, dove riposa il corpo dell’intellettuale di Antria. “Fino alla metà dell’ottocento –ha spiegato Taborchi- vi erano un busto e un’epigrafe ad indicare il luogo della sepoltura del Bonciari, poi sono stati tolti a causa di lavori, ma il suo corpo riposa ancora lì”.

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Marco Antonio Bonciari,
il letterato nato nel castello di Antria e vissuto a Perugia, che, nella seconda metà del 1500, divenne famoso in tutta Europa.
Nato ad Antria il 9 febbraio 1555 da umile famiglia (il padre Mariotto esercitava il lavoro di calzolaio), Marco Antonio Bonciari, per la vasta cultura e per la mole notevole delle sue opere, molto lette al tempo e stampate in tutta Europa, divenne uno dei letterati più noti ed apprezzati del tardo Rinascimento. Morì a Perugia, nella sua cameretta del seminario, il 9 gennaio 1616. Il solenne rito funebre venne celebrato nella Cattedrale di San Lorenzo, con oneri ad intero carico della Municipalità perugina, quale tributo a questa grande figura. Venne sepolto all’interno della Cattedrale, nella Cappella del SS.mo Sacramento. Un suo busto in marmo con un epitaffio, lasciato scritto da lui stesso, è visibile in una parete del chiostro della Cattedrale.
Affetto da una malattia degenerativa, che in età adolescenziale gli fece perdere quasi completamente l’uso delle mani e dei piedi, e da una malattia agli occhi, che lo rese cieco all’età di 35 anni, Bonciari non si fece abbattere dai problemi fisici. Con l’aiuto del Cardinale Fulvio della Corgna, allora vescovo di Perugia, rimasto colpito dalla vivacità di intelletto del fanciullo, condusse gli studi umanistici nel seminario perugino e poi a Roma, alla scuola del Mureto, famoso latinista francese. Completati gli studi, tornò al seminario di Perugia, questa volta come insegnante, dove rimase fino alla permanenza del Cardinale Della Corgna.
Dopo un periodo oscuro, per la perdita del lavoro di insegnante, la malattia invalidante e le disgrazie familiari (la prematura morte del fratello Mario a 23 anni, della madre e, poi, del padre), che lo avevano riportato nella casa natia di Antria, Bonciari venne richiamato all’insegnamento nel seminario dal nuovo vescovo di Perugia, il Cardinale Gallo. Successivamente, il vescovo Comitoli lo volle come insegnante, e per un periodo anche come rettore, al Collegio dei Gesuiti, allora aperto per la formazione dei giovani ai ruoli imprenditoriali e direttivi della società del tempo.
Intanto, la sua fama di grande letterato umanista cresceva in Italia ed Europa. Aveva rapporti epistolari con i più alti prelati, con le autorità politiche dei diversi Stati in cui era divisa l’Italia, e con gli epigoni letterari del tempo. Parte di questa corrispondenza venne da lui raccolta nell’Epistolarum, opera stampata in più edizioni e che fece di lui uno dei più importanti epistolografi del Cinquecento. Ma fu anche autore di tante altre opere e poemi, in prosa e in versi latini, di argomento morale e religioso, per i quali venne definito l’Omero italico. Scrisse anche alcuni testi didattici, come la Grammatica institutio e Ad Artem Rhetoricam Introductio, che divennero i testi base per la formazione delle giovani generazioni fino al 1700. Ancora più vasta è la mole dei suoi manoscritti: oltre quaranta fascicoli, con più di 8.000 carte, tutte conservate presso la Biblioteca Augusta di Perugia. Una vera e propria miniera, ancora in gran parte inesplorata, di notizie sull’uomo, sull’educatore e letterato Bonciari e sulla sua epoca, sulla cultura e la vita civile del tempo, a cui lui aveva partecipato, mai in posizione defilata, nonostante gli impedimenti fisici e, per ultimo, la cecità.
Venne chiamato ad insegnare all’Università di Padova, a quella di Pisa e alla più prestigiosa Università di Bologna. Il cardinale Federico Borromeo (la nobile figura esaltata dal Manzoni ne I Promessi Sposi) lo chiamò a Milano, a dirigere la Biblioteca Ambrosiana. A tutti questi prestigiosi incarichi rinunciò, adducendo quale scusante le sue precarie condizioni di salute. In realtà, non volle fare quella scelta per il troppo attaccamento alle sue due patrie, Antria e Perugia, alla cerchia di letterati amici perugini e ai suoi allievi del collegio.


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