Social Card UJWinter 30(UNWEB) Orvieto. Nel 1993 Umbria Jazz viveva una fase di grande crescita, complice anche il supporto, per la prima volta, di importanti marchi commerciali che le facevano da sponsor accompagnando il suo cammino verso una dimensione di evento di portata mondiale. Il festival, dunque, era maturo per giocare una nuova scommessa: una manifestazione “gemella”, da svolgersi in inverno. Era certamente un rischio, ma il rischio è sempre stato nel DNA di Umbria Jazz, ed era di conforto il fatto che la stessa idea era venuta, con successo, ad altri grandi festival europei, per esempio l’olandese North Sea, che aveva creato un evento autunnale a Maastricht.

Un festival nel periodo tra Natale e Capodanno era una novità, ed in qualche modo riempiva un “buco” nell’offerta culturale e turistica dell’Umbria.

Orvieto fu la città scelta, per molti motivi che vanno dalla bellezza del suo centro storico alla disponibilità di location adeguate (il teatro Mancinelli, le sale del Palazzo del Capitano del Popolo, il Palazzo dei Sette, grandi strutture per la ristorazione...). Da non trascurare anche la favorevole posizione geografica, lungo l’asse autostradale e ferroviaria Roma-Firenze. Decisivi furono però l’entusiasmo degli orvietani, dalle istituzioni locali al mondo del commercio, e, come sempre, il sostegno della Regione. Un entusiasmo che non è venuto meno in questi trent’anni di storia.

Fin da subito, si segnalarono alcune analogie con il festival estivo perugino, ma anche notevoli differenze. Analoga era la formula, ovvero musica tutto il giorno senza soluzione di continuità nell’acropoli orvietana, sfruttando uno scenario unico per bellezza e suggestione. Il diverso periodo dell’anno imponeva però scelte artistiche, dunque una identità musicale, originali. Il festival si svolgeva in luoghi chiusi e non poteva, né voleva, aprirsi a grandi audience. Da qui la scelta di programmi curiosi, “colti” ma non elitari, che privilegiavano la qualità artistica più che la popolarità. E anche questo spiega perché alcuni dei momenti chiave della storia di Umbria Jazz siano accaduti a Orvieto: un episodio su tutti, il magico duo di chitarra Jim Hall - Bill Frisell, serata da non dimenticare, nemmeno per il frequentatore di jazz festival più smaliziato. Ma anche Roy Hargrove, Martial Solal, Jan Garbarek, Brad Mehldau e altri ancora. Sottolineatura imprescindibile è la sezione più cameristica ambientata nel Museo Emilio Greco, che può forse essere presa come simbolo dell’anima più autentica di UJW.

Un altro tratto distintivo di Umbria Jazz Winter è che gli artisti sono quasi tutti residenti; dunque, si possono ascoltare tutti i giorni del festival, ed il pubblico può ritagliarsi un itinerario giornaliero a proprio piacimento. La residenza permette anche incroci tra musicisti e/o la presentazione di progetti diversi dello stesso artista. Tutte opportunità che il direttore artistico, Carlo Pagnotta, ha sfruttato a dovere.

Con il tempo il festival aggiustò il tiro, e aggiunse anche una apertura più decisa alla sua vocazione turistica con i veglioni di fine anno e la performance dei cori Gospel nel magnifico Duomo il pomeriggio di Capodanno, giornata mondiale della pace. Performance che ha anche, e soprattutto, una forte valenza culturale e spirituale. Senza dimenticare l’impatto spettacolare della marching band (Funk Off, naturalmente!).

Trent’anni dopo, in definitiva, Umbria Jazz Winter è un festival con alle spalle un percorso importante che lo descrive come una manifestazione dotata di una precisa e forte identità. Non sono molti i jazz festival italiani con trent’anni di vita, e sono anche meno quelli che possono vantare una tale qualità di cartelloni. Nell’anno dei compleanni simbolici, i trent’anni del festival orvietano sono da festeggiare con la più convinta partecipazione.

UMBRIA JAZZ WINTER - I NUMERI E LA FORMULA

 
I NUMERI

Cinque giorni di festival; 120-140 ore di musica;

22 band; 79 eventi;

circa 140 artisti;

7 location.

LA FORMULA NON SI TOCCA

L’edizione del trentesimo anno ricalca la ormai consueta e ben definita formula di Umbria Jazz Winter, riproponendo location e orari nella loro articolazione più estensiva e completa.

Si comincia dunque alle 11.30 con la Street parade dei Funk Off e si finisce alle ore piccole. Una non stop di musica in cui è possibile disegnare il proprio personale itinerario, anche grazie al fatto che quasi tutti gli artisti sono residenti.

Le location, tutte nel cuore del centro storico, sono il teatro Mancinelli, la Sala dei 400 e la Sala Expo del Palazzo del Capitano del popolo, il Palazzo dei sette, il Museo Emilio Greco. A queste bisogna aggiungere un’altra “location” tutta particolare, ovvero le vie del centro, scenario delle parate dei Funk Off. Il Duomo ospiterà i canti religiosi del coro Gospel il pomeriggio di Capodanno, Giornata Mondiale della Pace.
 
I cenoni per festeggiare l’arrivo del nuovo anno con tanta buona musica dal vivo si terranno nel Palazzo dei Sette - Meeting Point Bistro e nella Sala Expo del Palazzo del Capitano del Popolo. Qui saranno anche i Jazz Lunch e Jazz Dinner, per chi vorrà coniugare la musica con la buona cucina orvietana.

Nel Palazzo dei Sette va in scena musica no-stop dall’ora di pranzo fino a notte.

 

BLINDFOLD TEST DI ASHLEY KAHN A CÉCILE MCLORIN SALVANT IN COLLABORAZIONE CON DOWNBEAT

Ashley Kahn, critico musicale, giornalista e scrittore, una delle grandi “penne” della letteratura jazz contemporanea, sottoporrà a un blindfold test Cécile McLorin Salvant. Il test “alla cieca”, inventato più di sessant’anni fa da Leonard Feather per la storica rivista americana DownBeat, si svolgerà il 30 dicembre alle ore 11 nella Sala dei 400 del Palazzo del Capitano del Popolo (ingresso gratuito).

Si fanno ascoltare dei brani a un musicista che deve indovinare l’esecutore. Che si indovini oppure no, dall’ascolto nasce uno scambio di vedute che si traduce molto spesso in un vero e proprio approfondimento sulla musica e sull’artista. Non una sorta di quiz televisivo, dunque, ma un ragionato esame di un musicista, un genere musicale, un brano.

Per un appassionato di jazz è una stimolante occasione di conoscenza, anche per il livello di chi conduce il test e dell’artista coinvolta.

TRENTA ANNI DI FESTIVAL NELLA MOSTRA DEI MANIFESTI

Riassumere una storia lunga trent’anni anni in una mostra dei manifesti del Festival. È uno sguardo di insieme alle immagini che di edizione in edizione hanno annunciato Umbria Jazz Winter.

La mostra è allestita nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e si può visitare dal 7 dicembre al 7 gennaio.

UJ4KIDS

Continuano le iniziative dedicate ai più piccoli che la Fondazione Umbria Jazz porta avanti da alcuni anni, in collaborazione con il mondo della scuola e le istituzioni, per rendere più familiare la musica, favorire lo sviluppo di una sensibilità verso il suono, abituare all’ascolto, stimolare la creatività. La musica anche come formidabile strumento di socialità, condivisione e inclusione.

Il 29 e 30 dicembre due eventi sono in programma al Teatro del Carmine, e uno, il 31, nelle piazze e nei vicoli del centro storico.

Il primo ha come titolo “La Musica delle Emozioni” e coinvolgerà alunni della Scuola Primaria di Ciconia dell’Istituto comprensivo “Orvieto – Montecchio” sui temi “movimenti del corpo, percezione del ritmo e attività motoria”: la musica come strumento di crescita dei ragazzi.

Il secondo sarà un “Concerto Clownesco” con Le Clownné & Little Brown Jug Band: uno spettacolo musicale di clownerie per tutti.

Infine, il 31 dicembre, “La Buona Strada”, evento itinerante di musica, letture e giocoleria da Piazza della Repubblica a Piazza Duomo per le vie del centro storico con la Banda giovanile della Filarmonica “Luigi Mancinelli” di Orvieto.

GIAN LUCA LAURENZI, Presidente della Fondazione Umbria Jazz:

“Abbiamo fatto tutto il possibile, in condizioni non facili, per celebrare al meglio il trentesimo anniversario di Umbria Jazz Winter. Pensiamo di esserci riusciti. Abbiamo recuperato tutte le location utilizzate nelle passate edizioni e allestito un programma artistico degno della ricorrenza.

Il Festival orvietano per noi è importante, oltre che per la sua storia - non sono molti i festival jazz italiani con alle spalle trenta anni di vita - perché ha ampliato la dimensione regionale del marchio Umbria Jazz, poi ulteriormente esteso anche a Terni. Umbria Jazz è diventata un sistema di festival che fa dell’Umbria uno dei centri mondiali del jazz. Un sistema unificato da un filo rosso che lega cultura, turismo, qualità della vita”.

 
 

I MUSICISTI DI UMBRIA JAZZ WINTER

Il cartellone del festival è volutamente variegato e offre proposte da conoscitori assieme a spettacoli più da intrattenimento. Il filo rosso che lega il programma è la costante ricerca della qualità, da cui la direzione artistica non ha mai derogato.
 
Nuova produzione originale del festival con la UMBRIA JAZZ ORCHESTRA, ed è una produzione molto impegnativa e altrettanto ambiziosa, con JOE LOVANO, arrangiamenti e orchestrazioni di un vero esperto della materia come MICHAEL GIBBS e la partecipazione di Steve Wilson, Peter Washington e Lewis Nash.
WILSON e NASH sono in programma anche nella formula del duo sax-batteria DUOLOGUE. Formula che frequentano da parecchi anni raggiungendo un raro equilibrio.
Il “capitolo omaggi” comprende lo spettacolo di musica e reading VIVA/DE ANDRÉ, a cura di Luigi Viva, autorevole studioso di Fabrizio De André, e con ospite DANILO REA, a 25 anni dalla morte di Faber; WE WONDER, dedicato alle più belle canzoni di Stevie Wonder con il classico quartetto di FABRIZIO BOSSO con ospite speciale NICO GORI, sax e clarinetto; DEAR DEXTER, quintetto con PIERO ODORICI, in memoria del grande Dexter Gordon, leggenda del sax tenore e del bebop, a cento anni dalla nascita; un omaggio a John Coltrane è il tema dei concerti del quartetto guidato da CHICO FREEMAN, storico sassofonista del jazz di Chicago, e dal pianista romano ANTONIO FARAÒ, uno dei musicisti italiani più noti anche all’estero.
Una delle star del festival è CÉCILE MCLORIN SALVANT, astro della vocalità, con un pregevole sestetto di cui fanno parte Sullivan Fortner, Marvin Sewell, Alexa Tarantino, Yasushi Nakamura, Keita Ogawa.

Si potranno anche ascoltare Tarantino, Fortner, Nakamura e Ogawa, ovvero il quartetto di ALEXA TARANTINO, sassofonista in grande ascesa.

ENRICO RAVA torna alla testa di un quintetto, i FEARLESS FIVE, composto da musicisti delle giovani generazioni. La loro freschezza creativa si coniuga con la sconfinata esperienza di Rava band leader, oltre che trombettista sempre ispirato. Mix perfetto.

ALESSANDRO LANZONI e FRANCESCO CAFISO sono oggi tra i musicisti italiani di punta, ed entrambi godono di un grande credito a livello internazionale. Hanno in comune l’essere stati due enfant prodige, saliti in verde età sulla scena del jazz, e poi diventati artisti maturi e di indiscutibile spessore: le promesse, nel loro caso, sono state mantenute.

RAY GELATO & THE GIANTS. Con il suo swing ironico che sa d’altri tempi Ray Gelato, cantante e sassofonista, è diventato, edizione dopo edizione, uno dei beniamini del pubblico di Umbria Jazz.

Inutile presentare i FUNK OFF a chi frequenta Umbria Jazz. La street band toscana è diventata popolarissima con una formula originale e riconoscibile. La loro musica è trascinante e spettacolare, moderna e coinvolgente.

NICK THE NIGHTFLY è un personaggio simpaticissimo e vulcanico che il pubblico di Umbria Jazz conosce bene per le sue dirette (per Radio Monte Carlo) dal festival in estate e come presentatore, ma anche come performer, perché Nick la musica ama anche farla.

Gli anni formativi nella capitale mondiale del jazz, New York, ed il profondo legame con la musica classica restano alla base dell’ispirazione di OLIVIA TRUMMER. L’identità musicale di Olivia si completò con la scoperta della vocazione di songwriter e cantante: un percorso artistico articolato e curioso. Cantautore e pianista napoletano, LORENZO HENGELLER ha vinto il Premio Carosone 2007. È proprio Renato Carosone, con Lelio Luttazzi, Gorni Kramer, Fred Buscaglione, fino a Vittorio De Sica, il modello cui sembra rifarsi Hengeller, sia nelle sue canzoni che nella rilettura dei grandi classici del songbook italiano del periodo anni ‘30 – ‘60.

Il trio ACCORDI DISACCORDI in undici anni di attività ha collezionato tour in tutto il mondo, partecipando ai più importanti festival. Le loro composizioni originali combinano influenze jazz, swing e blues, con atmosfere acustiche e dal gusto cinematografico. Una sonorità che affonda le sue radici in una matrice stilistica gipsy jazz, influenzata dal leggendario chitarrista Django Reinhardt.

Una fotografia in bianco e nero della musica americana delle radici, quando il jazz stava nascendo e le sue forme erano ancora arcaiche. È questa la mission degli STICKY BONES, band italianissima che rievoca una fase storica imprescindibile che merita di essere conosciuta meglio, anche perché conserva, ad un secolo di distanza, una invidiabile freschezza.

Nel nuovo album di FILIPPO BIANCHINI e LUCA MANNUTZA, “A tu per tu”, c’è il senso di un incontro musicale. Un incontro che si ripete dal vivo. Bianchini è umbro di origini (è nato proprio a Orvieto) e per formazione (diploma in sassofono al Conservatorio di Perugia) ma musicista internazionale per i lunghi soggiorni all'estero, in particolare in Olanda ed in Belgio. Luca Mannutza, sardo, un diploma al Conservatorio di Cagliari, è tra i pianisti jazz italiani più affermati.

LOVESICK: è una divertente band composta da due musicisti bolognesi, Paolo Roberto Pianezza e Francesca Alinovi, entrambi cantanti e polistrumentisti, insieme ad Alessandro Cosentino al violino. Le loro influenze musicali sono profondamente radicate nel country americano, nel rock'n'roll e nello swing anni '40 e '50.

SPETTACOLO E SPIRITUALITÀ NEL GOSPEL

I cori di musica religiosa sono stati presenti, con pochissime eccezioni, in ogni edizione di Umbria Jazz Winter, tanto da rappresentare un tratto identitaria del Festival. Quest’anno torna in Umbria il VIRGINIA STATE GOSPEL CHOIR, che ad una imponente presenza scenica (30 elementi sul palco) unisce un altissimo livello musicale. Il Virginia State Gospel Choir è tra i cori più attivi e rinomati della scena gospel americana.

SPAZIO PER I GIOVANI

Umbria Jazz Winter offre come di consueto una vetrina di prestigio riservata ai musicisti emergenti. Due le band incluse nel programma. Kaleidoscope Quartet ha vinto il Conad Contest di quest’anno, svoltosi a Perugia durante l’edizione estiva.

Berklee/Umbria Jazz Clinics Award Group è la band formata dai migliori allievi dei corsi della rinomata scuola di Boston.

Radio Monte Carlo è la Radio Ufficiale del Festival


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