Intitolazione Piazza a don Settimio 1 Le parole dell’arcivescovo Renato Boccardo, del sindaco Andrea Sisti, della presidente della Pro Loco Marina Mazzocchi e delle altre autorità

(UNWEB) Spoleto. “Dio Santo, Dio forte, Dio immortale: abbi pietà di noi e del mondo intero”. Questa preghiera è stato il filo rosso che ha caratterizzato la vita di don Settimio Berzetta (1922-2003), parroco a Macerino di Acquasparta e a Poggio Lavarino di Terni prima e a Beroide di Spoleto poi, che amava ripetere più volte al giorno sia negli incontri di comunità che in quelli con le singole persone. E l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo l’ha riproposta nella Messa che domenica 30 novembre 2025, I di Avvento, ha celebrato a Beroide di Spoleto in occasione dell’intitolazione al compianto don Berzetta della piazza antistante la chiesa del paese. Con il Presule ha concelebrato il pievano della Pievania di S. Giacomo mons. Alessandro Lucentini e la liturgia è stata animata dal coro della Pievania. Tanti i fedeli presenti, così come le autorità civili ad iniziare dal sindaco Andrea Sisti, dal vice presidente del consiglio comunale Sergio Grifoni, dal consigliere regionale Stefano Lisci, da assessori e consiglieri comunali.

Profilo di don Settimio Berzetta. Nato a Cantalupo di Bevagna il 27 febbraio 1922, ordinato il 29 giugno 1950 dall’arcivescovo Mario Raffaele Radossi, deceduto a Spoleto nel 2003. È stato parroco di Macerino di Acquasparta dal 1950 e dal 1961 anche di Poggio Lavarino di Terni; nel 1975 è stato trasferito a Beroide di Spoleto, a cui negli anni si sono aggiunti anche Azzano e S. Paolo, rimanendovi fino al 2002. Uomo semplice e riservato, prete desideroso di comunicare il bene. Ha aiutato tanto, e tanti, nel silenzio. È stato esorcista diocesano: ha svolto questo ministro con equilibrio, intuiva al volo le situazioni difficili e complesse ed offriva la sua opera e il suo ministero per il recupero della serenità interiore. È stato prezioso in mezzo al popolo di Dio con la sua presenza semplice, serena e delicata, ma attenta. Don Settimio era un uomo discreto e aveva profonda stima dei suoi confratelli: ha anche aiutato diversi sacerdoti ad essere sereni e collaborativi nel ministero. L’obbedienza al Vescovo per lui era fondamentale: mai una parola contro il Vescovo o contro i confratelli. Ha sempre orientato le persone a Gesù, al Vescovo e alla Chiesa locale. Con umiltà si è affacciato alle novità della pastorale e chiedeva di essere aiutato ad entrare in esse. È stato un prete vicino al Rinnovamento delle Spirito Santo: ha condiviso quella esperienza, senza mai esserne inserito a pieno titolo, in quanto si pregava e si faceva il bene. E per lui quelli che facevano il bene, al di là delle etichette, erano da coinvolgere, “amici” con i quali condividere l'esperienza di Cristo.

Omelia dell’Arcivescovo. «In questa prima Domenica di Avvento – ha detto mons. Boccardo – Gesù ci dice “vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”. Ogni ingresso di Dio nella vita dell’uomo avviene all’improvviso; e se non siamo vigilanti non lo riconosciamo negli eventi della vita quotidiana. Viviamo, infatti, talmente di corsa che non siamo più capaci di fermarci; il silenzio ci fa paura, perché fa venire a galla anche le cose più scomode; ci illudiamo che il benessere e la reputazione dell’opinione pubblica siano fondamentali. Cristo, invece, ci esorta a non addomesticare la coscienza, ad essere coraggiosi nello scegliere il bene». L’apostolo Paolo, nella seconda lettura, presenta la notte come simbolo del male. «Ma il cristiano – ha detto ancora l’Arcivescovo - è colui che riveste l’abito della luce, abito di giustizia, di verità e di perdono. E don Settimio lungo tutta la sua vita ha indicato la strada della luce e ha messo in guardia dai pericoli della notte. Non l’ho conosciuto, ma ho sentito parlare tante volte di lui. È passato qui a Beroide e nelle altre comunità che ha servito lasciando una via di luce e per questo la sua memoria è ancora viva. Grazie Signore per don Settimio, pastore buono, e fa’ che il suo esempio continui a portare frutto nella nostra vita».

Le parole del Pievano mons. Lucentini. «Grazie Eccellenza per questa mattinata che ha trascorso con noi a Beroide. Ricordiamo con amore e affetto don Settimio e il gesto di dedicargli la piazza è stato doveroso, anche se lui, schivo com’era, non avrebbe gradito. Con lui mi piace ricordare anche suo fratello Florio: di entrambi possiamo dire che erano uomini di preghiera e carità».

Al termine della celebrazione, nella piazza antistante la chiesa, l’Arcivescovo e il Sindaco hanno scoperto la targa recante il nome di don Settimio e il Presule l’ha benedetta. Marina Mazzocchi, presidente della Pro Loco di Beroide, ha detto:«Oggi è una giornata importante per la nostra comunità. Rendiamo omaggio ad un faro di luce, di speranza e di amore per tutti noi. Don Settimio è stato una guida nella fede e nella morale, un amico e un confidente per generazioni di famiglie, un punto di riferimento per questo territorio».  Federico Cesaretti, assessore allo sport e alle opere pubbliche, nativo proprio di Beroide, ha detto: «La Pro loco e la parrocchia mi hanno sollecitato e abbiamo presentato una mozione per questa intitolazione. Don Settimio era una persona che faceva il bene e quanto faceva non era divulgato ai più. Siamo cresciuti con lui e oggi lo ringraziamo per il tanto bene diffuso a Beroide». Sergio Grifoni, vice presidente del Consiglio Comunale: «Conoscevo don Settimio, non ero suo parrocchiano ma lo frequentavo da quando costituimmo la cooperativa per la gestione della libreria cattolica. La sua grande caratteristica era l’umiltà nel silenzio; parlava poco, ma quando lo faceva le sue parole erano pesate e sagge. In Consiglio Comunale abbiamo votato all’unanimità questa intitolazione, che dà riconoscenza ad un uomo che ha fatto del bene e tanta serenità a noi». Il consigliere regionale Stefano Lisci ha sottolineato «come sia giusto ricordare le persone buone che tanto hanno dato alle nostre comunità. Auspico che il ricordo di questo sacerdote sia di esempio per le nuove generazioni di Beroide». Infine, il sindaco Andrea Sisti: «Questa piazza che oggi intitoliamo a don Settimio a breve la faremo più bella: ci è arrivata proprio l’altro giorno l’autorizzazione paesaggistica per la riqualificazione. In sinergia con l’Arcivescovo, stiamo facendo tante iniziative nelle chiese, anche le più piccole, delle frazioni: rappresentano il nostro patrimonio storico e culturale, ma soprattutto di comunità. Sono il segno dell’identità e vanno tenute bene anche quando non vi si celebrata tutti i giorni».


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