Simona Meloni Assessore regionale con delega alle Aree Interne della Regione Umbria(UNWEB) – Perugia,  – "È da marzo che seguo in prima persona l'elaborazione del nuovo Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne (PSNAI) 2021–2027 e le mie preoccupazioni, purtroppo, sono diventate realtà". L'assessore regionale con delega alle Aree Interne, Simona Meloni, interviene con fermezza in merito al documento nazionale approvato dal Ministero per le Politiche di Coesione che definisce le linee guida per la programmazione 2021–2027 e lo fa a margine del Meeting Nazionale delle Aree Interne - organizzato da ALI (Autonomie Locali Italiane) - che si è svolto a Fabriano.

"Nel testo – spiega Meloni – si legge che alcune tra le Aree interne, quelle con dinamiche demografiche peggiori, non possono più porsi obiettivi di inversione di tendenza, ma solo essere 'accompagnate' in un percorso di declino e invecchiamento. Questo non è un piano: è una resa. Una dichiarazione d'impotenza istituzionale e politica che rinuncia alla missione costituzionale di garantire pari diritti e pari opportunità a tutti i cittadini, a prescindere dal codice di avviamento postale". Si tratta di classificazioni basate su dati e indicatori che non leggono la completa realtà dei territori. Gli scenari demografici per i prossimi decenni prospettati nel documento dovrebbero proprio far riflettere sulla necessità di rafforzare le politiche e gli investimenti nei territori marginalizzati e in questo la SNAI può rappresentare un importato strumento per contrastare i fenomeni di spopolamento, anche quelli più cronicizzati.
In Umbria, i comuni classificati come aree interne sono 59 su 92, oltre il 64% del territorio regionale, per un totale di oltre 200.000 residenti: comunità che custodiscono patrimonio culturale e naturale, agricoltura, turismo lento, artigianato e tradizioni. "Parlare di queste realtà come di 'spazi in via di spegnimento' – incalza Meloni – significa ignorare la loro centralità nello sviluppo sostenibile, nella sicurezza idrogeologica, nella tutela ambientale e nella qualità della vita. Mentre l'Europa le valorizza come laboratori di innovazione e resilienza, in Italia le si abbandona con rassegnazione." La Regione Umbria, che ha fatto delle politiche per le aree interne uno degli assi strategici della nuova programmazione, rigetta con decisione l'idea di abbandonare a sé stessi i territori più in difficoltà: "Rivendichiamo con forza – sottolinea Meloni – un modello che punta alla rigenerazione, non alla rassegnazione. Presidiare questi territori significa difendere l'autenticità umbra, investire nella coesione sociale, nella mobilità sostenibile, nella scuola, nei presidi sanitari di prossimità e nelle economie locali."
L'assessore annuncia che avvierà un'interlocuzione istituzionale con le altre Regioni coinvolte e con i rappresentanti dei territori, anche attraverso la Commissione Politiche di Coesione della Conferenza delle Regioni. "Anche l'Europa deve cambiare approccio e criteri per arrivare a un modello che garantisca le aree interne più fragili. Non possiamo permettere che un intero pezzo d'Italia venga messo ai margini con la penna rossa di un documento tecnico - conclude Meloni -. Le nostre comunità hanno già dimostrato cosa sanno fare quando vengono messe in condizione di crescere. E continueremo a batterci affinché la voce dei territori sia ascoltata, con determinazione e con visione".