(UNWEB) Perugia– “L’obiettivo che ci poniamo è quello di finanziare l’occupazione stabile: è quanto intendiamo fare con la proposta di legge regionale che segna un’inversione di tendenza nelle politiche del lavoro e che interviene sul sistema della formazione e del mercato del lavoro, con il potenziamento dei centri per l’impiego e la loro strutturazione nella nuova veste regionale con l’Agenzia per il lavoro. In questa stessa direzione si muove il Decreto legislativo 150/2015 che ha tra i suoi elementi forti di cambiamento l’assegno di ricollocazione”.
È quanto ha sottolineato il vicepresidente della Regione Umbria e assessore alle Politiche del Lavoro, Fabio Paparelli, intervenendo al seminario tecnico-operativo su “Assegno di ricollocazione: una sperimentazione di nuove politiche del lavoro” che si è svolto a Palazzo Donini. Organizzato dalla Regione Umbria e dall’Anpal, l’Agenzia nazionale Politiche attive del Lavoro, al seminario hanno preso parte operatori dei Centri per l’impiego, rappresentanti di Comuni, organizzazioni di categoria, sindacati, dipendenti regionali e altri soggetti interessati.
L’assegno di ricollocazione è la prima misura di politica attiva del lavoro a livello nazionale, coordinata dall’Anpal, e gestita per il tramite della rete pubblico-privata di servizi per il lavoro. È destinata ai disoccupati che percepiscono il Naspi, la nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego, da almeno 4 mesi.
“Il tutto ruota attorno alla persona e viene formalizzato – ha rilevato Paparelli - in un patto di servizio personalizzato che definisce i percorsi disegnati, gli obblighi e gli impegni presi dal cittadino in cerca di lavoro e dal Centro per l’Impiego”.
“Un mix di orientamento e accompagnamento intensivo alla ricerca attiva tutto orientato al risultato per il quale fondamentale è lo ‘scouting’ delle opportunità occupazionali. In Umbria – ha specificato Paparelli – la sperimentazione è già stata avviata, con 45 assegni di ricollocazione, 25 a Perugia e 20 a Terni, di cui 35 attraverso i Centri per l’Impiego e i restanti 10 tramite agenzie accreditate. Sono, inoltre, programmati per i prossimi giorni ulteriori appuntamenti relativi ad altri 30 disoccupati”.
“Questo modello - ha ricordato - già si era sperimentato con i giovani nell’ambito della Garanzia Giovani e l’Umbria, ancor prima, l’aveva disegnato negli standard dei servizi per l’impiego”.
Il vicepresidente Paparelli ha invitato ad approfondire alcuni aspetti: “La misura prevede la remunerazione solo per chi trova il lavoro e non per l’azienda che l’assume. È sufficiente per la ricollocazione? Si rivolge poi a un target che ha già avuto esperienze lavorative, anche se bisognerebbe forse avviare una riflessione circa l’opportunità di differenziare l’intervento, ad esempio, tra i giovani e i lavoratori over 50, in quanto diverse sono le difficoltà”.
Il vicepresidente Paparelli, che ha sottolineato come “dopo sette anni bui, in Umbria ci sono segnali positivi di ripresa, ha illustrato i risultati ottenuti dall’Umbria con l’avviso “Cresco”, un pacchetto rivolto a tutte le imprese del territorio che hanno un piano di sviluppo occupazionale o imprese che intendono insediarsi sul territorio regionale interessate ad assumere con contratti a tempo indeterminato disoccupati. “Ad oggi sono pervenute 235 proposte progettuali per 557 assunzioni a tempo indeterminato per un totale di oltre 10 milioni di euro – ha detto - sono stati approvati 185 progetti che interessano 238 imprese, 64 relative al territorio provinciale di Terni e 174 a quello della provincia di Perugia, con 456 assunzioni a tempo indeterminato previste in totale. Speriamo, a breve, di poter aprire un nuovo ‘sportello’ per soddisfare le ulteriori richieste”.
I progetti sono presentati da enti di formazione e prevedono l’attivazione di vari strumenti “con un ruolo importante svolto dai Centri per l’impiego e prevedendo anche incentivi fino a un massimo di 10mila euro per l’assunzione a tempo indeterminato dei disoccupati da inserire nell’organico aziendale”.
“È chiaro – ha detto il vicepresidente - che per fornire misure quale quelle di ‘Cresco’ e dell’assegno di ricollocazione, ma anche per erogare a tutti i soggetti in cerca di lavoro i servizi previsti dal Dlgs 150/2015 serve, oltre ad una dotazione adeguata finanziaria, anche una rete consolidata dei servizi per l’impiego – e su questo la Regione ha aperto un avviso per l’accreditamento – ma soprattutto serve un rafforzamento dei Centri per l’impiego”.
“In una regione come l’Umbria in cui l’Istat individua 38.000 disoccupati e che conta poco meno di 70.000 iscritti ai Centri per l’impiego – ha proseguito - con 107 milioni di euro destinati all’occupazione e 180 operatori di cui meno della metà con profili adeguati alle richieste del Dlgs 150/2015, di certo, è piuttosto difficile riuscire a realizzare misure universali”.
La Regione sta intervenendo, sul fronte del numero limitato delle risorse economiche “effettuando scelte che ad esempio prevedono l’offerta di una politica formativa solo a chi effettivamente è privo di una qualifica spendibile o mediante una profilazione dell’utenza che prevede che l’investimento sia tanto più alto quanto maggiore è la distanza dal lavoro. Sul fronte del numero limitato degli operatori dei Centri per l’impiego – ha spiegato – si sta intervenendo da una parte con la formazione del personale trasformando in orientatori quanti più amministrativi possibile, dall’altra con il processo di digitalizzazione dei servizi amministrativi, compresi quelli di orientamento”.
“Per il resto, finalmente – ha proseguito Paparelli - il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e le Regioni stanno per siglare un accordo per un piano di rafforzamento dei Centri per l’impiego. All’Umbria spetteranno 10 operatori fino al 2020”.
“Questo è un primo passo – ha affermato - Occorre superare quanto prima l’attuale regime transitorio della Convenzione tra Ministero e Regioni e tra Regione e Province e definire una linea di finanziamento strutturale da destinare alle Regioni per il finanziamento del costo del personale dei Centri per l’impiego per far sì che la previsione dell’art. 18 del Dlgs 150/2015, secondo cui le Regioni istituiscono i Centri per l’impiego, possa essere rispettata appieno consentendo una strutturazione regionale che l’Umbria, nel disegno di legge in adozione – ha concluso Paparelli - ha ipotizzato in un’Agenzia regionale che si occupa di servizi e di politiche del lavoro a 360 gradi, mantenendo quella linea virtuosa costruita in questi anni in cui si integrano formazione professionale e politiche attive del lavoro”.