(ASI-UNWEB) Spoleto – Il mecenatismo culturale, quello autentico, fatto di gesti concreti e visione civile, torna protagonista a Spoleto grazie all’intervento dell’associazione Spoleto Festival Friends, presieduta da Ada Urbani. L’associazione ha finanziato il restauro di un prezioso arazzo del XVI mo secolo per restituirlo alla bellezza originaria e alla fruizione della comunità.
Realizzato in lana e seta, l’arazzo fa parte di una serie di cinque esemplari della manifattura di Bruxelles, di proprietà’ personale della regina Cristina di Svezia. I cinque arazzi, passati nel tempo tra dimore nobiliari umbre, entrarono nel patrimonio comunale di Spoleto nel 1939, quando il Comune li acquistò all’asta dall’ultimo erede della famiglia Collicola.
“Abbiamo voluto compiere un gesto semplice, ma pieno di significato – ha dichiarato Ada Urbani –. Restituire un’opera alla sua originaria bellezza è un atto che parla di cura, di responsabilità e di amore. Il mecenatismo non è un concetto del passato: è un dovere morale che oggi deve tornare a essere centrale.”
L’iniziativa è stata resa possibile grazie all’utilizzo dello strumento dell’Art Bonus, una formula che rappresenta la forma più attuale di mecenatismo moderno: un ponte tra sensibilità privata e bene collettivo, capace di generare valore duraturo per la comunità.
Ada Urbani ed Elisabetta Minciaroni hanno dato il via, con un cospicuo contributo, alla raccolta dei fondi necessari al Comune di Spoleto per la realizzazione dell’intervento di restauro. Ai due mecenati si sono presto uniti altri Friends sostenitori e, in occasione della chiusura della 58ª edizione del Festival, è avvenuta la donazione ufficiale al Comune. Un gesto che testimonia l’attenzione e la considerazione che l’Associazione culturale, nata in sinergia con la Direzione Artistica del Festival — con Monique Veaute lei stessa mecenate — riserva alla città e al suo evento simbolo.
Spoleto Festival Friends si conferma non solo partner attento del Festival dei Due Mondi, ma anche protagonista attivo nella tutela del patrimonio cittadino. In un tempo in cui la cultura ha bisogno di sostegni veri, il restauro di quest’arazzo diventa simbolo di una comunità che sceglie di farsi carico della propria identità.
Un gesto che riaccende l’orgoglio per la storia, l’attenzione per la bellezza e la consapevolezza che, senza mecenati, l’arte rischia il silenzio.