Dopo lo straordinario successo riscosso da Klimt nel 2024, torna il progetto "Un capolavoro a Perugia". Protagonista nell'estate 2025, Amedeo Modigliani, uno degli artisti più affascinanti del XX secolo. La vita, le relazioni, la ricerca del maestro livornese saranno raccontati a partire da uno dei suoi più celebri capolavori.
(UNWEB) Perugia. Dopo l'opportunità di ammirare il dipinto Le tre età di Gustav Klimt che nell'estate 2024 ha portato alla Galleria Nazionale dell'Umbria oltre 60.000 visitatori, torna l'appuntamento della serie "Un capolavoro a Perugia", questa volta dedicato al Nu couché (1917-1918) di Amedeo Modigliani, proveniente dalla Collezione Permanente della Pinacoteca Agnelli di Torino.
La mostra, aperta al pubblico dal 3 luglio al 15 settembre 2025, sarà l'occasione per immergersi nella vita, nelle relazioni e soprattutto nella ricerca del giovane maestro, che i suoi colleghi parigini soprannominarono Modì, per l'assonanza del nome con il francese "maudit", maledetto. La sua esistenza complessa, segnata da malattie, grandi rifiuti e altrettanti successi, sarà raccontata attraverso le sue opere, messe a confronto con alcune opere di arte antica, europea ed extraeuropea, nel tentativo di comprendere come il suo linguaggio originale e personale possa costituire la rielaborazione in chiave moderna di modelli del passato.
Arriveranno a Perugia otto opere di Modigliani, tra cui alcuni preziosi disegni in prestito dal FAI-Fondo Ambiente Italiano e dal Castello Sforzesco di Milano, in cui il pittore indaga il corpo femminile, ritratto in pose che alludono a quelle di sculture classiche, come l'Afrodite accovacciata o le Cariatidi. Per illustrare questi rapporti iconografici, giungeranno alla Galleria Nazionale dell'Umbria una Afrodite accovacciata dal Parco Archeologico di Ostia Antica e una colonna lignea dorata a forma di sirena bifida dal Castello Bufalini di San Giustino (PG). Il nudo sdraiato, soggetto più volte ripreso dall'artista nella sua carriera, è una diretta evocazione della Venere distesa che, a partire da Tiziano, diventa l'emblema della sensualità e della seduzione nella storia dell'arte. In mostra, le modelle distese di Modigliani saranno messe a confronto con immagini della Venere dormiente in prestito dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna e dalla Galleria Franchetti alla Ca' d'Oro di Venezia.
Nel corso della sua formazione, Modigliani ha avuto l'occasione di ammirare dal vero sia le sculture antiche sia i dipinti veneziani, mentre a Parigi ha subito, al pari dei suoi compagni di strada come Brancusi e Picasso, il fascino dell'arte proveniente dai paesi del continente africano, rappresentata in mostra da alcune maschere provenienti dal Congo e dal Gabon in prestito dal Museo delle Civiltà di Roma, esposte alla Biennale di Venezia del 1922.
Tra i capolavori presenti a Perugia, sarà esposto il Ritratto di Monsieur Chéron, eseguito con molta probabilità intorno al 1915, in un momento di grande produzione ritrattistica di Modigliani il quale, a causa dei peggioramenti del proprio stato di salute, aveva ormai completamente abbandonato la scultura in pietra. La tela, in prestito dalla Fondazione Palazzo Maffei di Verona, presenta la tipica stilizzazione modiglianesca, strettamente correlata alla passione dell'autore per le maschere africane.
Attraverso un concentrato nucleo di opere, emergerà la profondità del lavoro di questo grande maestro, che nella sua breve vita ha saputo elaborare un linguaggio personale non immune dall'osservazione del passato e dallo studio di modelli capaci di esaltare in modo puntuale e profondo la complessità del corpo umano.
Nu couché, 1917-1918
Nonostante non esista una prova documentaria certa, la donna raffigurata in questo dipinto potrebbe essere la pittrice francese Jeanne Hébuterne, modella e compagna di Amedeo Modigliani, che l'artista conosce intorno al 1916 presso l'Accademia Colarossi, fondata a Parigi alla fine dell'Ottocento dallo scultore italiano Filippo Colarossi. In questa scuola si favoriva lo sviluppo di nuovi linguaggi e si praticava, come in ambito accademico, lo studio del nudo dal vero, qui permesso anche alle giovani allieve. In questo senso, il Nu couché di Modigliani è il risultato di uno studio approfondito dell'anatomia femminile, rielaborata in chiave personale attraverso la rivisitazione di modelli iconografici del passato.
Ci troviamo probabilmente nell'appartamento parigino di rue Joseph Bara 3, affittato nel 1916 dal suo mercante Léopold Zborowski per consentire a Modigliani di concentrarsi nel lavoro. Qui inizia l'epoca dei grandi nudi, soggetto rinnovato dall'artista con il suo stile essenziale, di matrice "primitivista". La donna è distesa su un divano, che il pittore rappresenta attraverso veloci pennellate, quasi a comporre delle aree di colore astratte, disposte intorno alla modella. Un segno scuro definisce le linee del suo corpo, separandolo da queste campiture. Il seno morbido, la bocca socchiusa, le mani intrecciate sotto il mento, le conferiscono una grande sensualità, esercitata direttamente nei confronti dell'osservatore su cui punta i suoi profondi occhi privi di pupille, ma non assenti.
I nudi di Modigliani, tramite la loro problematizzazione nel contesto artistico e sociale dell'epoca, rappresentano una chiave per comprendere il rapporto tra sessualità e censura di inizio Novecento. Guardare queste opere oggi porta a compiere una riflessione sulla rappresentazione del corpo femminile nel tempo e sulla percezione della donna nella società dell'epoca.
Vita di Amedeo Modigliani (1884-1920)
Nato a Livorno nel 1884, Modigliani si dedica precocemente allo studio del disegno e della pittura, frequentando lo studio del tardo macchiaiolo Guglielmo Micheli ed entrando in contatto con l'anziano Giovanni Fattori. La sua formazione è presto segnata dalla malattia: a soli sedici anni mostra i primi sintomi della tubercolosi, che lo affliggerà tutta la vita. Nel 1901 insieme alla madre, si reca a Napoli, Torre del Greco, Capri e Roma per un viaggio terapeutico durante il quale ha modo di studiare le antichità classiche. L'anno dopo si iscrive alla Scuola Libera di Nudo a Firenze, per poi trasferirsi a Venezia, dove frequenta l'Istituto di Belle Arti e visita almeno due edizioni della Biennale d'Arte. In quel momento, la sua attenzione si divide già tra lo studio dell'antico e il fascino della modernità. Nel 1906, grazie ad una piccola eredità, si trasferisce a Parigi, la città europea più all'avanguardia nell'arte. Si iscrive all'Académie Colarossi e si stabilisce nel quartiere di Montmartre. Qui inizia la sua avventura professionale, animata dalle partecipazioni ai Salon des Indépendants - dove fatica a riscuotere consensi – e soprattutto dalla frequentazione con giovani colleghi e mercanti, che lo introducono nella vivace scena artistica francese. Frequenta Picasso, Derain, Soutine, Utrillo e vive in abitazioni destinate ad artisti in difficoltà economica. Viene soprannominato dai colleghi Modì, termine che richiama il francese "maudit", maledetto. Sarà la frequentazione con Brancusi ad avvicinarlo dal 1909 alla scultura, che dovrà presto abbandonare a causa degli effetti che la polvere di marmo esercita sulla precaria salute. Dal 1914 si dedicherà esclusivamente alla pittura, producendo ritratti e nudi femminili caratterizzati dai volti stilizzati, i colli affusolati e dallo sguardo spesso privo di pupille, che il pittore dipinge velocemente, in una o due sedute. Alle fine del 1916 presso l'Académie Colarossi incontra Jeanne Hébuterne, giovane aspirante pittrice, che diventa la sua modella prediletta. Con lei affronterà gli ultimi anni di vita, immerso in una passione travolgente e in una produzione artistica molto intensa. Nel 1917 presso la Galleria di Berthe Weill apre la sua prima (ed unica in vita) mostra personale, ma i suoi quadri provocano scandalo e causano la chiusura dell'esposizione da parte della polizia per "oltraggio al pudore". Il 24 gennaio del 1920, a trentacinque anni, Modì muore presso l'Hôpital de la Charité, assistito dagli amici più stretti e dall'amata Jeanne, incinta al nono mese del loro secondo figlio. Due giorni dopo, sarà salutato da un funerale a cui parteciperanno tutti gli artisti più noti delle comunità di Montmartre e Montparnasse. Il 26 gennaio, dopo il funerale, Jeanne Hébuterne si suicida gettandosi da una finestra al quinto piano.
Un capolavoro a Perugia
AMEDEO MODIGLIANI. Nu couché, 1917-1918
GALLERIA NAZIONALE DELL'UMBRIA
Perugia, corso Pietro Vannucci, 19
Orari di apertura: dal lunedì alla domenica, dalle 8:30 alle 19:30.
La biglietteria chiude alle 18:30.
Informazioni: T +39 075 58668436; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Biglietteria: T +39 075 5721009; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sito internet: www.gallerianazionaledellumbria.it