Quattro artisti, provenienti da percorsi e formazioni diverse, riuniti da un progetto comune
(ASI) Assisi. Proseguirà fino al 26 settembre ad Assisi, nella Sala Pinacoteca in Piazza del Comune, la mostra “Realismo Astratto”, inaugurata il 19 settembre. Si tratta di un progetto culturale strutturato da quattro artisti umbri, i pittori Bruno Marcelloni e Federico Marchesini, lo scultore Armando Moriconi ed il fotografo Daniele Paparelli.
Una mostra valorizzata da un elegante allestimento che richiama molti dei turisti in visita nella città del Poverello, attratti dalle suggestioni che le diverse creazioni sanno evocare. In molti hanno chiesto il perché del titolo e, di volta in volta, i componenti del gruppo che seguono a turno la collettiva hanno spiegato come l’espressione voglia “sottintendere una forma di conciliazione degli opposti ed è per questo che professionisti provenienti da percorsi e formazioni diverse si sono messi insieme attorno ad un disegno comune”. Lo ha fatto Paparelli, espertissimo in scatti alle opere d’arte, ai monumenti, all’ambiente naturale, che ha voluto presentare uno dei suoi ultimi capitoli espressivi, "Concert in the city", finalizzato a catturare colori e movimenti per visualizzare le emozioni generate dalla musica sui palchi di Umbria Jazz. Sempre sull’emozione ha insistito Marchesini, stimolando, come generalmente accade, lo spettatore a riflettere sulla propria condizione esistenziale, al pari di Marcelloni che attraverso le strade conosciute delle dinamiche cromatiche spinge a perdersi nell’emozionate poesia del colore. Perfettamente integrato fra i ‘magnifici quattro’ anche Moriconi, manipolatore di materia, capace di liberare da essa le visioni e le intuizioni che la sua sensibilità gli consente di afferrare. D’altra parte, un confine netto fra pittura, scultura ed altre forme espressive ormai non esiste più e “Realismo Astratto” tenta e riesce a trasmettere quell’entusiasmo, quella sana passione nel misurarsi con un risultato dettato da mani, occhi e cuore. Una voglia di afferrare il reale e restituirlo, magari, in una dimensione superiore, assolutamente appagante e rassicurante.