celebrazione dedicazione Basilica di San Benedetto a Norcia f5L’arcivescovo mons. Renato Boccardo nell’omelia: «le porte spalancate della Basilica invitano anche ad allargare lo sguardo fino ad abbracciare il nostro Continente»

(UNWEB) «“Questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza”, ha detto lo scriba Neemia agli israeliti tornati dall’esilio babilonese, quando inaugurava il Tempio di Gerusalemme ricostruito (Ne 8, 10). Anche noi siamo stati come “in esilio” per nove anni, e questa sera sentimenti di gioia, soddisfazione e legittimo orgoglio abitano i nostri cuori nell’ammirare la Basilica di San Benedetto restituita al suo originario splendore dopo le gravi ferite provocate dal terremoto del 2016. E il vescovo si fa volentieri interprete della comune ammirazione e gratitudine verso tutti coloro che, in modi e con responsabilità diversi, con impegno d’amore e sapienza architettonica, hanno portato a compimento l’ambiziosa opera della ricostruzione». Così ha esordito nell’omelia l’arcivescovo di Spoleto Norcia, mons. Renato Boccardo, presidente della Ceu, della solenne celebrazione eucaristica di dedicazione della Basilica di San Benedetto a Norcia, il pomeriggio del 31 ottobre, in occasione della riapertura al culto della chiesa nursina intitolata al Patrono d’Europa, dopo quasi quattro anni dall’avvio del cantiere della sua ricostruzione. Concelebranti sono stati sedici vescovi ed abati benedettini delle Abbazie in Italia, tra cui il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, e l’Abate Primate della Confederazione Benedettina Jeremias Schröder, insieme ai presbiteri dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia.

A rappresentare il Governo il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, e il Parlamento Europeo il vice presidente Antonella Sberna. Numerosi i rappresentanti delle Istituzioni civili presenti alla celebrazione, dal commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione post sisma, sen. Guido Castelli, alla presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, a diversi parlamentari, consiglieri regionali, dal sindaco di Norcia, Giuliano Boccanera, ai sindaci dei Comuni che ricadono nel territorio dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia e di altre città dell’Umbria ad iniziare dal capoluogo Perugia.

È stato un giorno di grande giubilo per l’intera Umbria, facendo giungere a Norcia tanti fedeli per fare festa tutti insieme. «Le porte della Basilica – ha sottolineato mons. Boccardo, nell’omelia – si aprono oggi per accogliere quanti qui verranno ad attingere luce e forza per il cammino della vita cristiana. Come credenti siamo ben consapevoli che uno splendido edificio non è però sufficiente per farne la casa di Dio tra le case degli uomini. Solo una comunità che nello scorrere dei giorni viva appassionatamente la ricerca sincera di ciò che è vero, buono e giusto ai suoi occhi potrà avere il Signore vicino. Guai a noi se ci limitassimo ad offrirGli la bellezza di questa chiesa se ad essa non corrispondesse la bellezza di un popolo che si edifica attorno alla Parola e all’Eucaristia, costruisce relazioni fraterne, si impegna per una società più accogliente e misericordiosa verso tutti, ricerca senza stancarsi quella sapienza che distingue il bene dal male, separa ciò che costruisce da ciò che distrugge, ciò che resta da ciò che passa, e si coinvolge in un quotidiano esercizio di amore cristiano».

Soffermandosi sulla figura sempre attuale del Patrono d’Europa, l’arcivescovo ha detto: «È la storia di Benedetto da Norcia, che ha “brillato per virtù in un tempo di rovina”, come scrive San Gregorio Magno (Dialogorum libri quattuor, II, Prologus: PL 66, 125). In un'Europa percorsa da invasioni barbariche, lotte dinastiche e crollo delle istituzioni, la sua figura è stata segno di stabilità, ordine e pace. Per questo le porte spalancate della Basilica invitano anche ad allargare lo sguardo fino ad abbracciare il nostro Continente, al quale 60 anni fa Papa Paolo VI indicò Benedetto come maestro di sapienza e lo donò come Patrono. L'Europa porta oggi le cicatrici di ferite ideologiche e morali che ne hanno minato l'anima: l'evaporarsi progressivo della coscienza religiosa, il relativismo etico che rende fragile la coesione sociale, la guerra che bussa con violenza alle sue porte, la corsa al riarmo investendo energie e risorse che potrebbero essere destinate allo sviluppo solidale, il riaffiorare dell'antisemitismo, la tentazione ricorrente di erigere muri che dividono anziché l'impegno a costruire ponti che uniscono. Anche sul versante politico si moltiplicano i segnali di fragilità: governi instabili, polarizzazione ideologica, crescita del populismo e del nazionalismo, perdita di fiducia nelle istituzioni democratiche. A ciò si aggiunge un crescente individualismo che indebolisce il senso di comunità e la perdita della memoria culturale che rende impreparati di fronte alle sfide del presente».

«In questo contesto, il ritorno a Benedetto – ha proseguito mons. Boccardo – non è un gesto di nostalgia, ma un atto di profezia. Il Santo di Norcia fu padre di una comunità che raccoglie nella carità fratelli diversi tra loro, componendo i conflitti non con autoritarismo ma con pazienza e discernimento. La pace che egli promuove non è fondata su accordi formali o su equilibri precari, ma sulla conversione interiore, sulla trasformazione dei cuori; una pace che diventa stile di vita e fondamento di convivenza. Perché l'unità non si edifica annullando ciò che siamo, ma radicandoci in ciò che ci unisce, per poi accogliere e integrare ciò che è diverso. La vera pace, infatti, non si firma, si vive».

Nel soffermarsi anche sul concetto di ‘solidarietà benedettina’, il presule ha evidenziato che «l’opera che oggi inauguriamo ripropone la necessità di riconoscere un bene comune e chiama ad operare insieme per costruire una “casa di tutti” fondata non sul calcolo ma sul senso, non sulla sola tecnica ma sulla sapienza, non sull'effimero ma sull'eterno. I valori che hanno plasmato l'Europa restano i cardini di una civiltà solida e riguardano le basi stesse del vivere sociale: la dignità della persona, la solidarietà tra i popoli, la ricerca del vero e del bene. La dignità della persona è il fondamento di ogni comunità giusta, non deriva dal ruolo sociale, dal successo o dal potere, ma dall'essere creata a immagine di Dio (cf Gn 1, 27). La solidarietà tra i popoli non può ridursi a strategia diplomatica o a strumento economico: richiede il riconoscimento dell'altro come fratello. La ricerca sincera del vero e del bene è ciò che impedisce a politica, finanza e cultura di piegarsi all'arbitrio o all'interesse di parte; perché senza un orientamento al vero e al bene di tutti, la convivenza si degrada in conflitto permanente. È questa forza interiore che manca oggi a molte istituzioni: Benedetto ci dice che, senza un'anima, l'Europa rischia di ridursi a un'aggregazione funzionale di interessi economici e tecnici, priva di coesione profonda. Ritrovare un'anima significa riconoscere la necessità di un bene comune più grande dei singoli interessi e di una speranza che unisce oltre le differenze. Il ritorno a questi valori essenziali non è un lusso culturale, ma un'urgenza per evitare che la nostra "casa europea" si trasformi in un insieme di stanze senza un tetto unitario e condiviso».

«E alla nostra assemblea – ha concluso l’arcivescovo Boccardo – è affidato il compito di custodire e promuovere la sua eredità spirituale e culturale. Custodire senza proporre è immobilismo; proporre senza custodire è perdita di radici. Solo così il carisma benedettino continuerà ad essere una sorgente di vita. Per la comunità di Norcia, per tutti noi, per l’Europa tutta».

Rito della dedicazione della Basilica.

Le celebrazioni della riapertura al culto della Basilica di San Benedetto sono culminate con il rito della sua dedicazione, rito introdotto dall’aspersione dell’assemblea e del nuovo altare. A seguire: la liturgia della Parola; la preghiera di dedicazione con l’unzione dell’altare e delle pareti della chiesa; l’incensazione dell’altare e della chiesa; l’illuminazione dell’altare e della chiesa; la liturgia eucaristica; i riti di comunione e di conclusione. La Messa è stata animata dalla corale diocesana, unitamente al coro “S. Benedetto Città di Norcia”, diretta da Mauro Presazzi con all’organo Simone Maccaglia, organista della Cattedrale di Terni. Per la prima volta è stato eseguito il nuovo inno a San Benedetto composto e musicato da mons. Marco Frisina, presbitero della Diocesi di Roma. L’altare, la sede e l’ambone sono nuovi e presentano dei pannelli in bronzo con i Santi Benedetto e Scolastica: sono stati realizzati dalle artiste Daniela Longo e Carmela Colaneri. Nel transetto sinistro della Basilica ha trovato posto l’immagine della Madonna Addolorata, tanto venerata a Norcia, in attesa che si ricostruisca la sua chiesa; nella zona del presbiterio, invece, è stato collocato, protetto da una teca e da un impianto di video sorveglianza, il reliquario di San Benedetto. Per l’occasione della riapertura della Basilica di San Benedetto l’arcivescovo Boccardo ha consegnato alla Chiesa diocesana la nuova lettera pastorale dedicata a San Benedetto dal titolo “Ascolta, figlio mio, e pari docilmente il tuo cuore”.

Il Messaggio del Santo Padre Leone XIV per la riapertura al culto della Basilica.

La celebrazione si è conclusa con la lettura del messaggio del Santo Padre Leone XIV inviato all’arcivescovo Renato Boccardo da parte del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin.

«In occasione della solenne cerimonia di riapertura della Basilica di San Benedetto a Norcia, seriamente danneggiata nel terremoto dell’anno 2016 e ora ritornata all’antico splendore dopo interventi di ricostruzione e di consolidamento – scrive il card. Parolin –, il Santo Padre Leone XIV partecipa spiritualmente al significativo evento, condividendo la comune gioia per la restituzione alla comunità dell’edificio sacro così caro alla popolazione di codesto territorio. Egli esprime vivo compiacimento a quanti, istituzioni statali e locali, progettisti, maestranze e privati, con tenacia e ammirevole impegno hanno reso possibile e sostenuto in diversi modi un’operazione tanto sentita e attesa da molta gente non solo dell’Umbria ma anche dell’Italia e di altri Paesi. Il ripristino dell’importante monumento, di grande valoro storico e artistico, nonché centro pulsante della spiritualità benedettina, rappresenta il segno visibile dell’impegnativo cammino di rinascita religiosa compiuto in questi anni dall’intera comunità diocesana, Sua Santità auspica che il felice evento ravvivi la fede del popolo cristiano e, mentre invoca copiosi doni celesti su vostra Eccellenza, sulle autorità, sui sacerdoti, sulle persone consacrate e sui presenti tutti, volentieri imparte la desiderata benedizione apostolica».

 

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