Coldiretti Umbria torna a sollecitare la Regione: oggi più che mai serve arrestare l'avanzata degli ungulati

(UNWEB) Oggi più che mai occorre arrestare l'avanzata fuori controllo dei cinghiali, con misure straordinarie fin qui deficitarie. Dopo la Peste Suina Africana sui cinghiali accertata nel Lazio, Coldiretti Umbria torna a scrivere alla Presidente della Regione Donatella Tesei e all'Assessore all'agricoltura Roberto Morroni, esprimendo tutta la preoccupazione del mondo agricolo.

Proprio per scongiurare lo "tsunami" economico che potrebbero subire gli allevamenti suinicoli regionali con il propagarsi dell'emergenza sanitaria, a cominciare dalle restrizioni preventive da mettere in campo - si legge nella lettera di Coldiretti - serve innanzitutto frenare la proliferazione incontrollata degli ungulati, che nonostante le nostre ripetute sollecitazioni ed iniziative anche nelle piazze, non ha ancora trovato soddisfazione negli strumenti da adottare.

In particolare, come previsto nell'ambito del Piano di sorveglianza della Peste Suina Africana adottato anche dalla Regione Umbria, dove è fatto espressamente rinvio agli interventi d'urgenza nell'ambito del controllo, e a quelli attivabili dall'agricoltore, Coldiretti Umbria ribadisce la necessità di ridurre il termine di attesa dell'intervento dell'Atc che l'imprenditore agricolo deve rispettare prima di agire in via diretta.

Inoltre - ricorda Coldiretti - lo stesso Piano pone particolare attenzione proprio sull'utilizzo della caccia di selezione. Infatti, secondo il Parere dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca, essa risulta particolarmente utile per ridurre gli impatti negativi del cinghiale sulle attività produttive, anche dato il suo basso impatto ambientale. In quest'ottica quindi, anche i corsi di formazione per la pratica della caccia di selezione, tenuto conto anche dell'alto numero di domande insoddisfatte, vanno incentivati quanto più possibile.

D'altronde - spiega ancora Coldiretti - che il ridurre il numero di cinghiali, rappresenti un punto fermo imprescindibile, è dimostrato pure dalle richieste di risarcimento danni giunte fino ad ora agli Atc, le quali, come riportato dagli stessi alla Regione, già sforano i budget a loro disposizione.

Infine - conclude Coldiretti nel richiedere un incontro urgente su questi temi - la questione della filiera della carne degli ungulati, ritenuta essenziale per la risoluzione di questa emergenza.

La gestione delle carcasse dei cinghiali derivanti sia dall'attività venatoria che da quella di contenimento - afferma Coldiretti - necessita di essere disciplinata in maniera completa e lineare. Nonostante l'adozione delle linee guida in materia di igiene delle carni selvatiche infatti, restano ancora importanti passi da fare sul tema. Passi necessari - secondo Coldiretti - per la commercializzazione e tracciabilità delle carni dei cinghiali, sulla quale il compito e il supporto dell'apposito gruppo di lavoro preannunciato in sede di tavolo tecnico regionale va chiarito e reso immediatamente operativo.