voci ai confini dellanima copertina(ASI) Perugia. Qualunque canale espressivo diventa uno strumento per conoscersi e farsi conoscere, un modo per uscire dal proprio guscio ed entrare nel mondo. Maria Tosti ha scelto la poesia. L’ha fatto inconsapevolmente fin dagli anni della scuola, poi con maggiore convinzione, misurandosi in concorsi nazionali dai quali sono scaturiti premi importanti.

Le sue liriche non avevano mai assunto una veste strutturata, lo fanno ora, grazie ad un ‘figlio’ partorito da penna e cuore chiamato “Voci ai confini dell’anima” - Edizioni Thoth, 2014. E’ il libro d’esordio, in cui l’autrice perugina accompagna il lettore attraverso un percorso intenso e vissuto, rivelando sfaccettature d’interiorità in un periodo che va dal 1985 e il 2014. Per quanti avranno piacere di conoscere questo universo interiore, l’appuntamento è per venerdì 25 settembre alle 17.30 alla Biblioteca Villa Urbani di Perugia. Ad introdurre l’opera, Beatrice Flamini, mentre la voce di Nadia Spaccapelo darà corpo alle poesie, alle quali faranno da sottofondo le musiche eseguite dal maestro Daniel Cianelli. A conclusione, verrà proposta anche una canzone dedicata all’attore Filippo Timi, un caro amico di Maria. L’incontro di venerdì, strutturato come una doppia presentazione, proporrà anche l’immersione nella narrativa di Elvira Orsini, autrice del libro “Il crocefisso”, storia di fame e d'amicizia, mentre a collegare le sensibilità artistiche delle due autrici ci sarà la mostra fotografica “Gocce di pensieri”. “La poesia mi ha attratto da sempre – racconta Maria, che tuttavia è attratta anche da altri linguaggi (oltre i testi per canzoni anche le foto, sue quelle esposte per l’evento – ndr) – benché quando si è a scuola, avvicinarsi ad essa viene percepito più come una forzatura, una scelta indirizzata o imposta anziché libera. Quando ho deciso di entrare più compiutamente in questo linguaggio l’ho fatto per trovare altre sfumature di me stessa”. Lo ha fatto servendosi della razionalità ed anche di qualcosa che va oltre, potremmo chiamarlo “cuore”, oppure “fede”, la ricerca di un “oltre” che, come nelle pagine del libro, appaga quella voglia d’infinito per arrivare a superare i limitati confini personali. L’aspetto dell’indagine intima è un tema caro a Maria, che lavorando come impiegata in un’agenzia di viaggio confessa “con il mio lavoro faccio viaggiare gli altri, io posso farlo raramente, se non con la fantasia e la poesia diventa la mia evasione”, per questo prosegue “componendo capisco quelle parti di me che non emergono dai rapporti normalmente intrattenuti”. Se da ragazzina ed adolescente scriveva un diario, in cui annotava pensieri, sensazioni, incontri più o meno importanti, quella consuetudine “ha continuato ad accompagnarmi e su quelle pagine ho fissato le tappe del mio iter creativo”. Il viaggio è passato attraverso i concorsi “quelli a partecipazione gratuita – sottolinea - ora la maggior parte non lo sono e questo costituisce un impedimento, ciò a svantaggio del necessario confronto e del bisogno di ottenere valutazioni su quanto si sta facendo”. Da lì, allora l’idea di tentare la strada dell’editoria, presentandosi al grande pubblico. “Il contatto con vari editori però – aggiunge Maria – è stato spesso spiazzante, mi si proponeva una sorta di auto-finanziamento, mediante l’acquisto di un certo numero di copie e la perplessità a fidarmi, aumentava. Come è possibile, mi chiedevo, ascoltare chi mi dice sei brava ma solo a fronte del versamento di un contributo. Lo scorso anno, infine, ho incontrato la Thoth; sono editori che portano avanti un progetto, sono giovani, ho ascoltato i loro suggerimenti ed i loro consigli e così ha visto la luce ‘Voci ai confini dell’anima’ il mio primo libro vero, eccetto alcune poesie presenti in un’antologia”. Tra i risultati immediati di questa avventura, ancora all’inizio, l’autrice annovera i riscontri che stanno arrivando dall’estero grazie al tam tam sui social network. “Secondo me – conclude - il linguaggio poetico ha una valenza divulgativa importante e diventa un modo significativo anche per incentivare l’identità linguistica”.


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